PIERLUIGI FIORETTI

Nel ringraziare i Consiglieri Di Francesco e Marango della loro presenza, tengo a sottolineare che in ogni dibattito, c’è sempre da imparare qualcosa. Il nostro non è solamente un confronto, che tra l’altro non è esclusivamente politico, ma anche costruttivo in quanto basato sulle idee. Ecco, come non essere d’accordo su quello che oggi scrive Atac, per quanto riguarda la partecipazione delle rappresentanze degli utenti nei singoli municipi, che io ho sempre chiamato lo sportello del cittadino. Un cammino che deve essere ripercorso velocemente anche da CO.TRA.L., anche se è più difficile, dal momento che Atac deve affrontare la problematica inerente semplicemente la città, mentre CO.TRA.L. deve confrontarsi con ben 318 comuni che potrebbero essere assorbiti per bacini, così come dice spesso l’Assessore Civita, ma nello stesso tempo debbono anche essere rivisitati rispetto ad alcune nuove indicazioni che come CO.TRA.L. dovremo andare a dare, anche perché parto da un presupposto, lo stesso che Curti prima ha messo in evidenza. Una volta per tutte dobbiamo decidere, e mi dispiace che l’On. Patrizia Sentinelli sia assente, se queste Aziende sono SpA o sono Municipalizzate? Perché se non si chiarisce questo primo punto, non possiamo pronunciarci.
Ognuno di noi ha una proprietà, chi al 100%, chi al 70,30%: dobbiamo iniziare a comprendere. Allora, quale è il passaggio vero? La municipalizzata di per sé stessa o la SpA? E’ giusto che la municipalizzata debba fare l’interesse del cittadino, ma soprattutto per quanto riguarda CO.TRA.L, noi svolgiamo un servizio verso gli anziani, gli studenti e gli extracomunitari. Rispetto al cosiddetto customer satisfaction, il problema vero che esce fuori è che questi sono coloro che noi trasportiamo in massima parte. Pertanto, se è un servizio sociale, deve essere a carico dello Stato. Non può essere un servizio sociale a carico di una SpA che, bene o male, deve arrivare alla fine del proprio conto economico dicendo quali sono i costi e quali sono i benefici, quali sono gli attivi e quali sono i passivi.
Credo fermamente che un servizio sociale o un servizio di TPL debba essere non solo punto di riferimento del pubblico, ma anche alternativa e concorrenza soprattutto con del privato. Concordo con l’On. Sentinelli quando afferma che il costo del biglietto non può essere aumentato, anche se è fermo dal ’94, se non in cambio un servizio di qualità. Ma la qualità del servizio dipende dai costi. Quindi, o seguiamo l’esempio della ATM, che dispone di un capitale sociale molto, ma molto elevato, per cui perde come TPL, cioè come società di trasporti, ma guadagna perché ha un capitale tale che gli permette di investire e perdere, come quest’anno, 5 milioni di euro nei bond Parmalat, ma ne acquista molti di più avendo investito su altre cose; o altrimenti ci troviamo nella condizione di chi, come il sottoscritto, si ritrova, in una società che ha 6 milioni di capitale sociale e che, quindi, rischia, a causa di un contenzioso o meno con Me.Tro., di trovarsi in 2447 c.c.. Perché purtroppo dobbiamo fare i conti, non più con la politica, ma con il Codice civile.
Pertanto, credo che queste società debbano essere trasformate, al fine di migliorarsi continuamente e poter fronteggiare le esigenze di un utenza che chiede sempre più servizi qualitativi, in vere e proprie holding. Non sono l’unico a ripercorrere questo discorso; portato avanti circa 9 anni fa dal Vice Sindaco di Roma Walter Tocci, il quale partiva da un presupposto, cioè quello della ottimizzazione del servizio. E’ per ciò che andrò a riproporre da qui a pochissimo tempo, le famose linee express nei quattro capoluoghi di provincia, dal momento che, prendendo ad esempio il collegamento Rieti-Roma, con il treno si impiega 1 ora e 50 se non di più, con l’autobus una 1 ora e 45, perché effettui ben 46 fermate.
E allora, qual è il problema dell’utenza e della partecipazione nei confronti dell’utenza? Servirla sempre meglio e soddisfarne le esigenze attraverso un servizio di qualità, ma anche attraverso una serie di situazioni che si possono creare con una holding. E proprio perché siamo in tema di rivalutazione patrimoniale non può non essere che la CO.TRA.L., come credo l’Atac, non faccia un discorso di investimento immobiliare, che si chiami Spin-off o meno. Ma nel piano regolatore io chiedo proprio ai Consiglieri Comunali, se valorizzazione vuol dire dare una mano alle aziende di trasporto pubblico. Come sono da valorizzare i terreni di Atac, sono da valorizzare i terreni della CO.TRA.L. Ma per un motivo: non per fare gli investimenti a favore del privato, ma per fare soprattutto gli investimenti a favore dell’istituzione.
Lo ripeto e lo ribadisco ancora una volta, che esiste un discorso serio concreto che poteva vedere partecipi CO.TRA.L., Me.Tro. e Atac, cioè quello di creare una “Defance”, la città degli uffici, dove si sarebbero incrociate in un unico punto le linee della metropolitana B e C; e che sarebbe diventato punto di arrivo anche della provincia. Un cittadino non può essere certo contento di imbattersi in code kilometriche, una volta uscito dal G.R.A., sulla Tiburtina o sulla Tangenziale Est per poter raggiungere Ponte Mammolo. Questo è il problema vero. Dov’è la soddisfazione e cosa offriamo al cittadino nel momento che lo teniamo prigioniero su un autobus per circa un’ora?
Il discorso è molto chiaro: il PRG dovrà trasportare gli uffici fuori da Roma e la gomma non dovrà entrare in città. Contemporaneamente, Atac, CO.TRA.L. e Me.Tro., dovrebbero impegnare tutte le risorse necessarie per fare in modo che la metropolitana arrivi a Nord ed al più presto anche a Casalotti con il collegamento dell’anello ferroviario. Proprio qualche giorno fa si parlava del confine della città come Raccordo Anulare, ma oggi il Raccordo Anulare è parte centrale della città. Come del resto il Tiburtino non può essere punto di riferimento di un mini Sdo, perché ormai città storica di per sé stessa. Ognuno su questo la le proprie idee e non vorrei parlarne troppo, perché altrimenti da manager aziendale mi trasformo in politico. Come il discorso del vero potere rappresentativo.
Chiudo il mio intervento soffermandomi sulla problematica inerente la bigliettazione. Ci apprestiamo ad affrontare una battaglia molto seria: la bigliettazione elettronica, ossia una bigliettazione che permetta a tutte e tre-quattro le aziende di essere in condizioni, rispetto a quello che deciderà la Regione e rispetto a quelli che sono gli standard informatici, di arrivare al così detto “biglietto unico”, già adottato in tutta Europa. Altrimenti è inutile che, da una parte, Atac faccia lo sportello del cittadino nei municipi, CO.TRA.L. lo faccia nei bacini dei comuni o nelle province di Frosinone, Rieti, Viterbo, e via dicendo. Le problematiche sono sempre le stesse e non si risolveranno. La bigliettazione è punto fondamentale, affinché le quattro aziende partano insieme e vadano avanti su un discorso comune.