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SCHEDA GUSCIO

PER CENSIRE PROCESSI DI DIALOGO TERRITORIALE

 

ATTENZIONE: I CAMPI DA RIEMPIRE SONO SOLO QUELLI BIANCHI:

 

N° ID. campo

N° SCHEDA: 10

0.1/0.5

COLLOCAZIONE GEOGRAFICA DELLE ESPERIENZE CENSITE

(inserire i nomi, fermandosi al livello di inquadramento che interessa le pratiche da rilevare)

0.1

STATO

Italia

0.2

REGIONE

Lombardia

0.3

PROVINCIA

Milano

0.4

COMPRENSORIO o AREA VASTA

Associazione di 5 sindaci del Parco Agricolo Sud Milano

0.5

COMUNE o COMUNI interessati

Pieve Emanuele

ELENCO DELLE SCHEDE DI CASO COLLEGATE DENTRO LA STESSA UNITÀ TERRITORIALE

0.6

NUMERO DI PRATICHE CENSITE:

4 (dentro il brand comunicativo Pieve Alegre che riassume i processi partecipativi)

0.7

N° DI SCHEDA

NOME SINTETICO UTILE AD INDIVIDUARE OGNI SINGOLA PRATICA

LINK ALLE SUB-SCHEDE TEMATICHE

10/1

Sperimentazione 1° Ciclo Bilancio Partecipativo

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

10/2

Progetto Giovani ‘LINKS’ (collegato ad altri per fasce d’età diverse)

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

10/3

Percorso di progettazione partecipata nelle scuole (ciclico)

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

10/4

Progetto di Gender_budgeting (azioni di supporto al Bilancio Partecipativo)

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

10/5

 

DATI GENERALI

ATTORI

STRUMENTI E CONTENUTI

LIMITI, OPPORTUNITÀ, ESITI

 

N.B: = Se le pratiche territoriali da censire sono più di 5 in ogni ambito di riferimento considerato, è possibile aggiungere ulteriori righe.

 


SCHEDA DI CASO DI 2° LIVELLO

PER CENSIRE PROCESSI DI DIALOGO TERRITORIALE

 

ATTENZIONE: I CAMPI DA RIEMPIRE SONO SOLO QUELLI BIANCHI:

 

1.                SUB-SCHEDA “DATI GENERALI”

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: 1/1 SC 1

1.0

NOME

Sperimentazione 1° Ciclo Bilancio Partecipativo

1.1

QUAL’È L’AMBITO TERRITORIALE IN CUI L’ESPERIENZA È MATURATA?

(barrare con una X la casella corrispondente al livello dove le pratiche locali hanno preso forma)

1.1.a

LIVELLO REGIONALE

 

1.1.b

LIVELLO PROVINCIALE

 

1.1.c

ALTRO AMBITO SOVRACOMUNALE

 

1.1.d

LIVELLO COMUNALE

X

1.1.e

LIVELLO DI MUNICIPIO

(infracomunale per città con oltre 300.000 abitanti)

 

1.1.f

LIVELLO CIRCOSCRIZIONALE

 

1.1.g

LIVELLO RIONALE (per Comuni privi di Circoscrizioni)

 

1.2

L’ESPERIENZA METTE IN STRETTO RAPPORTO DUE O PIÙ AMBITI TERRITORIALI NON CONTIGUI? (barrare con una X la casella a destra della risposta scelta)

1.2.a

SI

 

1.2.b

NO

X

1.3

SE LA RISPOSTA È “SI”, INDICARE CON UNA “X”:

1.3.a

SE APPARTENGONO ALLO STESSO AMBITO NAZIONALE

 

1.3.b

SE APPARTENGONO A CONTESTI NAZIONALI DIVERSI

 

1.3.c

DI QUANTI E QUALI AMBITI TERRITORIALI SI TRATTA? (precisare contesti e loro livelli amministrativi)

 

1.4

RIFERIMENTI TEMPORALI DELLA PRATICA DESCRITTA

1.4.a

IN CORSO

(Indicare l’anno di avvio)

X

(2002)

1.4.b

CONCLUSA

(Indicare gli anni di inizio e fine)

 

1.4.c

IN FASE DI AVVIO

(Indicare anno di avvio)

 

1.4.d

IN ATTESA DI RIPRESA

(Indicare anni di avvio e interruzione)

 

1.4.e

FORNIRE OSSERVAZIONI E DETTAGLI, SE NECESSARIO

Nel momento in cui la sperimentazione è partita, si è individuato il periodo di 2 cicli annuali completi (2003-2004) come lasso ‘di rodaggio’ dell’iniziativa, per verificarne e reindirizzarne presupposti, modalità organizzative ed esiti. In ogni caso la proposta della prima sperimentazione biennale è maturata attraverso un periodo sperimentale di pre-avvio in cui - nell’ultimo bimestre 2002 – il Comune di Pieve ha chiamato i cittadini a partecipare ad assemblee pubbliche mirate a dar forma ad una prima ipotesi di processo.

1.5

NOTE SUL COMPILATORE DELLA SCHEDA

1.5.a

NOME, COGNOME

Intervista di Giovanni Allegretti a Michelangelo Secchi

1.5.a

RECAPITI TELEFONICI

Casa 02/36522310 – Ufficio 02/90788206

- Fax 02/90788329

1.5.b

RECAPITO E-MAIL

partecipazione@comune.pieveemanuele.mi.it

DA QUALE POSIZIONE OSSERVA o HA OSSERVATO L’ESPERIENZA ALL’EPOCA DEL SUO SVILUPPO?

1.6.

1.6.a

DA RAPPRESENTANTE O FUNZIONARIO DI UN ENTE COMPRENSORIALE (quale?)

 

1.6.b

DA RAPPRESENTANTE O FUNZIONARIO DI ENTE LOCALE (specificare quale)

L’intervistato è collaboratore dei Servizi Culturali del Comune di Pieve Emanuele. Attualmente è componente dell’Ufficio Partecipazione, che non è un vero e proprio organismo ma una dicitura informale per indicare il gruppo di collaboratori esterni scelti per coordinare i processi partecipativi e stimolare una futura integrazione tra uffici diversi sui temi della partecipazione. I componenti di questo ufficio sono più dei facilitatori della struttura pubblica che non delle assemblee con i cittadini; teoricamente il loro ruolo attuale dovrebbe esaurirsi con la messa a regime del processo, quando esso sarà diventato realmente parte integrante delle prassi gestionali locali.

1.6.c

DA MEMBRO DI ASSOCIAZIONE O MOVIMENTO (specificare quale)

 

1.6.d

DA RICERCATORE (di che tipo?)

 

1.6.e

DA CITTADINO INTERESSATO

 

ALTRO (specificare)

 

1.7.

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

L’intervistato ha iniziato a collaborare con il Comune a processo già avviato, ma prima non lo ha potuto osservare da altre prospettive4321\\213, non abitando a Pieve Emanuele.

1.8.

DATA DI COMPLIAZIONE DELLA SCHEDA

4 dicembre 2003

 

 


2.                SUB-SCHEDA

“ATTORI INTERAGENTI”

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: 1/1 SC 2

2.1/2.3

QUALI ATTORI L’ESPERIENZA DESCRITTA È RIUSCITA A COINVOLGERE, E CON QUALE RUOLO? (definirne i nomi nella casella bianca a lato di ogni categoria)

2.1

ATTORI ISTITUZIONALI

2.1.a

PROMOTORI

Comune di Pieve Emanuele (che lo aveva inserito nel programma elettorale)

2.1.b

COINVOLTI SUCCESSIVAMENTE

Circoli didattici.

Ci sono enti che sono stati coinvolti in singoli progetti emersi dentro il progetto, come le Ferrovie dello Stato e la Municipalizzata AMA (che si occupa di rifiuti e il cui azionista di maggioranza è il vicino Comune di Rozzano).

2.2

ATTORI DEL TESSUTO SOCIALE ED ECONOMICO

2.2.a

PROMOTORI

Una minoranza di attori sono anche co-promotori insieme al Comune (come l’Associazione ‘Progetto Quartiere’ del Quartiere Rose, alcuni rappresentanti di partiti ed altri attori con più ampi livelli di politicizzazione)

2.2.b

COINVOLTI SUCCESSIVAMENTE

Nelle Assemblee il coinvolgimento è individuale. In città, il flusso di fondi dato all’Associazionismo è deciso attraverso le Consulte, e il meccanismo consolidato è rimasto invariato. Nel merito di alcuni progetti le Associazioni partecipano nelle Assemblee di Quartiere (ma soprattutto attraverso i loro iscritti) o più direttamente nei tavoli di progettazione, in quanto entità territoriale riconosciuta.

Le Associazioni di Categoria non sono ancora entrate in azione, soprattutto perché finora si è puntato soprattutto sulla condivisione delle scelte di Lavori Pubblici. Il Comune si propone di coinvolgerle maggiormente negli anni prossimi attraverso una messa in discussione pubblica anche di opere che vedranno il concorso dei privati.

2.3

CITTADINI NON

PRE-ORGANIZZATI

2.3.a

PROMOTORI

 

2.3.b

COINVOLTI SUCCESSIVAMENTE

Nella costruzione della proposta di ciclo fatta nell’ultimo bimestre 2002, c’è stato un dialogo con gli abitanti non organizzati (pochi) che hanno voluto contribuire a dar forma al processo e ai suoi modi organizzativi.

2.4

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

2.5/2.8

DALLA VOSTRA POSIZIONE DI OSSERVAZIONE, QUALE GIUDIZIO RITENETE ESPRIMA MEGLIO IL GRADO DI COLLABORAZIONE TRA ATTORI CHE SI È RAGGIUNTO?

(barrare con una X la casella a destra della risposta scelta per ognuna delle categorie elencate)

TRA ATTORI ISTITUZIONALI E TESSUTO ECONOMICO

2.5.a

scarso

X (è troppo recente per poter incidere su questo genere di rapporti; non è stato ancora assorbito dal corpo dell’Amministrazione e le opportunità non sono state spesso colte dalla macchina pubblica nel suo complesso)

2.5.b

instabile ma positivo

 

2.5.c

buono

 

2.5.d

ottimo

 

TRA ATTORI ISTITUZIONALI E TESSUTO SOCIALE

2.6.a

scarso

 

2.6.b

instabile ma positivo

 

2.6.c

buono

X

2.6.d

ottimo

 

TRA TESSUTO SOCIALE E TESSUTO ECONOMICO

2.7.a

scarso

X (è un processo lento)

2.7.b

instabile ma positivo

 

2.7.c

buono

 

2.7.d

ottimo

 

LIVELLO DI COORDINAMENTO TRA ISTITUZIONI DIVERSE

2.8.a

scarso

 

2.8.b

instabile ma positivo

 

2.8.c

buono

 

2.8.d

ottimo

 

2.9.

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

Collateralmente al processo si è attivato meccanismo reticolare di dialogo con altre Amministrazioni, all’interno della Rete del Nuovo Municipio. Su singole azioni gli stimoli alla partecipazione hanno preso forma intorno a specifiche richieste di finanziamento.

2.10

ALL’INTERNO DELL’ISTITUZIONE PROMOTRICE O CO-PROMOTRICE, SI SONO MESSE IN ATTO FORME DI COORDINAMENTO TRA ASSESSORATI E DIPARTIMENTI?

(barrare con una X la casella a destra della risposta scelta)

2.10.a

SI, CON BUONI RISULTATI

X

(l’Ufficio Partecipazione è struttura ad hoc che supporta attività amministrativa e facilita collaborazione; si è puntato su condivisione di strumento digitale, per facilitare aggiornamento istantaneo di notizie a servizio di tutto il personale pubblico)

2.10..b

SI, MA CON RISULTATI SCARSI

 

2.10.c

NO, OGNUNO HA LAVORATO IN MANIERA SETTORIALE E POCO COORDINATA

 

2.11

SONO STATE MESSE IN ATTO STRATEGIE MIRATE AL COINVOLGIMENTO DI PARTICOLARI ATTORI SOCIALI?

2.11.a

SI

X

2.11.b

NO

 

2.12

IN CASO DI RISPOSTA AFFERMATIVA, INDICARE QUALE TIPO DI ATTORI

(Esempio: bambini, adolescenti, anziani, donne, disabili, immigrati, persone con differente orientamento sessuale, movimenti antagonisti, ecc.)

Il progetto di Gender_Budgeting sta nascendo proprio per ovviare alla poca rappresentanza femminile dentro il processo. Il Consiglio Comunale dei Ragazzi è servito a dar forma ad una campagna per la partecipazione dei giovani, e così il progetto Agorà. Dal Dicembre 2003 nelle Assemblee pubbliche sono presenti degli educatori che fanno animazione alla lettura per bambini per intrattenerli sul tema della Pace, mentre i genitori seguono le assemblee. Il Bilancio Partecipativo si collega anche ai processi di Progettazione Partecipata nelle Scuole per attrarre di più i giovani attraverso realizzazioni concrete e visibili, seppur piccole. Il Bilancio Partecipativo funge, quindi, da nodo intorno a cui far convergere una pluralità di politiche e progetti.

2.13

SONO STATE MESSE IN ATTO STRATEGIE DI ‘DISCRIMINAZIONE POSITIVA’ MIRATE A BENEFICIARE NELLE SCELTE PARTICOLARI ATTORI SOCIALI? (mettere una X)

2.13.a

SI

X

2.13.b

NO

 

2.14

IN CASO DI RISPOSTA AFFERMATIVA, SPECIFICARE AZIONI E BENEFICI

In previsione, il Gender_Budgeting. Vi è, inoltre, l’idea dell’Amministrazione Comunale di proporre meccanismi e criteri tecnici di selezione delle priorità che tendano a fondare le scelte collettivamente assunte anche su più rigorose analisi del bisogno, e non lascino ogni decisione all’orientamento solamente di chi partecipa. Questa necessità è stata accennata nel primo report intermedio di monitoraggio del primo anno del ciclo di Bilancio Partecipativo; e richiama l’impegno dell’Amministrazione al ruolo di orientatrice verso un’equità distributiva delle risorse urbane. Viene perciò ribadita nel secondo report. Vi è anche l’idea di sdoppiare il Regolamento della Partecipazione, lasciando più leggero quello del funzionamento degli Istituti ed articolando in modo più puntiglioso quello sul funzionamento del Bilancio Partecipativo all’interno dell’Amministrazione. Si ipotizza di realizzare indagini e sondaggi a campione su cui poter costruire meglio l’ordine del giorno delle assemblee e conoscere meglio le opinioni diffuse dei cittadini prima di metterle in discussione comune.

2.15

SONO STATE MESSE IN ATTO FORME DI MONITORAGGIO PER CONOSCERE MEGLIO IL PROFILO DI COLORO CHE PARTECIPANO ATTIVAMENTE AL PROCESSO? (mettere una X)

2.15.a

SI

X

2.15.b

NO

 

2.16.

IN CASO DI RISPOSTA POSITIVA ALLA DOMANDA 2.14, POTETE DESCRIVERE IN BREVE:

2.16.a

QUALI FORME DI MONITORAGGIO SONO STATE ATTUATE

Rilevazione diretta dell’Ufficio Partecipazione tramite schede identificative distribuite nelle assemblee

2.16.b

ESPORRE ALCUNI DATI SUI PROFILI PRINCIPALI DEI PARTECIPANTI

 

2.16.c

SPECIFICARE SE È STATA REGISTRATA LA PRESENZA DI CITTADINI IMMIGRATI E LA LORO PROVENIENZA

Tra i partecipanti ci sono cittadini stranieri, ma non di recente immigrazione. Era un dato poco significativo, e perciò non è stato segnalato sui report. A Pieve il quadro dell’immigrazione ha tempi di ricambio inferiori all’anno, e se non si studiano specifiche strategie è difficile che i migranti che abitano temporaneamente a Pieve possano interessarsi al processo di Bilancio Partecipativo.

2.17.

SONO STATE ADOTTATE PARTICOLARI MISURE PER GARANTIRE UGUALI OPPORTUNITÀ DI ACCESSO AI CITTADINI NON ORGANIZZATI (esempio: babysitteraggi nelle riunioni, trasporti gratuiti o rimborsabili, traduzione per non udenti e non vedenti, ecc.)?

E DI QUALE GENERE E ENTITÀ?

Babysitteraggi nelle assemblee;

le scuole scelte sono ‘a norma’ per i portatori di handicap, si è avuta distribuzione di AUTAN a giugno (la zona ha molte risaie e sennò la gente se ne sarebbe andata subito) e di tisane calde in inverno.

2.18.

COME SI ARTICOLA E ORGANIZZA IL PROCESSO?

Consiste in due turni di assemblee aperte nei vari rioni (6). Il primo turno di assemblee serve a rilevare soprattutto i bisogni dei cittadini, il secondo avviene in forma di tavoli di progettazione che discutono dei temi da mettere in bilancio, proponendo progetti e identificazioni di modalità di finanziamento che creino sinergie tra forze e risorse di provenienza differente

2.19.

ESISTONO CRITERI PER L’ASSUNZIONE DELLE DECISIONI E/O ELEZIONI DI SOGGETTI POPOLARI CHE RAPPRESENTINO I CITTADINI IN SINGOLE FASI DEL DIBATTITO CHE RICHIEDONO TRATTAZIONE APPROFIONDITA DI CONTENUTI?

Si, esistono criteri per l’accoglimento delle priorità da parte del Comune (con una messa a regime progressiva che nei prossimi anni accrescerà l’impegno del Comune a seguire le indicazioni degli abitanti). Non esistono invece rappresentanti intermedi; Pieve è un centro piccolo, e poi i Tavoli di Progettazione sono un metodo utile ad approfondire temi e a far sì che molti cittadini si approprino gradualmente anche di saperi tecnici

2.20.

COME E’ FINANZIATO IL PROCESSO?

Con fondi dell’Amministrazione Comunale, sia per la pubblicizzazione che per l’organizzazione. I lavori hanno finanziamenti diversi, in genere legati alla costruzione di opere pubbliche.

2.21.

DA DOVE PRENDE ORIGINE IL NOME DEL PROCESSO?

Il nome Bilancio Partecipativo viene dai processi sperimentati in diverse parti del mondo, a partire dall’esperienza latinoamericana. Esso è inserito in un percorso partecipativo più ampio che cerca di connettere le varie sperimentazioni piovesi, e si chiama ‘Pieve Alegre’, in omaggio alla celebre esperienza di Porto Alegre.

2.22.

ESISTE UN SITO SU CUI POTER SEGUIRE LO SNODARSI E L’EVOLVERSI DEL PROCESSO?

www.pievealegre.org

2.23.

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

Esiste investimento sulla compartecipazione democratica alle scelte. Attenzione notevole viene tributata ad una comunicazione diversificata (radio, inviti via posta), striscioni, giornali locali. La campagna per far conoscere il processo è articolata un mese e mezzo prima dell’inizio

 


3. SUB-SCHEDA

“STRUMENTI, ORGANIZZAZIONE E CONTENUTI”

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: 1/1 SC 3

3.1

L’ESPERIENZA ESAMINATA HA PERSEGUITO LA COSTRUZIONE DI FORME DI

DIALOGO STRUTTURATO TRA ATTORI SOCIALI DIVERSI? (barrare con una X)

3.1.a

NO

 

3.1.b

SI, MA IN MANIERA EPISODICA,

 

3.1.c

SI, IN MANIERA CICLICA E/O PERMANENTE

X

3.2/3.4

IN CASO POSITIVO, QUALI STRUMENTI SONO STATI UTILIZZATI PER STRUTTURARE IL DIALOGO? (sono possibili più risposte; segnare con una X gli strumenti usati e con una Y gli strumenti con cui il processo è entrato in contatto, pur restando autonomo rispetto ad essi)

STRUMENTI INNOVATIVI CREATI AD HOC (specificare quali)

3.2.a

 

STRUMENTI CONSUETI

MA NON CODIFICATI DA NORMATIVE O BANDI NAZIONALI

(se possibile, specificare accanto dei dettagli)

3.3.a

Assemblee tematiche

aperte a tutti

X

3.3.b

Assemblee a base locale

aperte a tutti

X

3.3.c

Forum dell’Associazionismo

 

3.3.d

Consulte tematiche

Y

3.3.e

Percorsi di

Bilancio Partecipativo

X

3.3.f

Consiglieri Aggiunti

 

3.3.g

Contratti di fiume

 

3.3.h

Gruppi di Acquisto Solidale

 

3.3.j

Laboratori di Progettazione

X

3.3.k

Tavoli di concertazione socio-economica

X

3.3.i

Focus Group

 

3.3.l

Conferenze d’area

 

3.3.m

ALTRO (specificare dettagli)

 

STRUMENTI O PERCORSI FORMALMENTE CODIFICATI DA NORMATIVE O BANDI NAZIONALI, EUROPEI O REGIONALI

3.4.a

Contratti di Quartiere

Y

3.4.b

PRU

Y

3.4.c

PRUSST

 

3.4.d

PRIU

 

3.4.e

Patti Territoriali

 

3.4.f

Piani Sociali di Zona

Y (più di propaganda, visto che la zona sociosanitaria è ampia e disomogenea, e vi è stata scarsa organizzazione, nonostante la collaborazione con l’ARCI)

3.4.g

Agenda XXI locale

 

3.4.h

PIC URBAN o PPU finanziati UE

 

3.4.j

PISL

 

3.4.k

PSL/GAL

 

3.4.i

Referendum locali

 

3.4.l

Agenzie di Sviluppo Locale

 

3.4.m

Strumenti consolidati da leggi o bandi regionali (specificare dettagli)

 

3.5

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

Rispetto al PRU che è stato lambito dal processo, si è cercato di portarlo avanti in maniera partecipativa per la realizzazione di un Parco Urbano, in modo che il PRU non venisse limitato al ruolo di necessità per l’accesso ad un certo tipo di finanziamento, ma modificasse la sua organizzazione inserendosi in una scelta condivisa di maggior respiro

3.6

NEL CASO IL PROCESSO ABBIA UTILIZZATO O INCROCIATO ALTRI STRUMENTI DIFFERENTI, VI È STATO O VI È UN COORDINAMENTO TRA DI ESSI?

(barrare con una x – possibili più risposte, se si dettagliano accanto)

3.6.a

SI, CRESCENTE NEL TEMPO

X

3.6.b

SI, MA DECRESCENTE NEL TEMPO

 

3.6.c

NO, OGNI STRUMENTO HA OPERATO IN MANIERA SETTORIALE E POCO COORDINATA

 

3.6.d

VI È STATO UNO STRUMENTO PREVALENTE (specificare quale, e i rapporti instaurati con gli altri)

Il Bilancio Partecipativo non è ancora strumento intorno a cui annodare gli altri, perché vi sono molte reticenze dell’Amministrazione, ma la direzione intrapresa è quella di farne un ‘nodo’ decisionale prioritario. La presenza di personale esterno rappresenta un investimento formativo per l’Ente

3.7

NEL COMPLESSO SI SONO PRIVILEGIATE STRATEGIE DI:

(barrare con una x)

3.7.a

CONCERTAZIONE (con attori dotati di una rappresentatività antecedente al processo)

 

3.7.b

PARTECIPAZIONE (con impegno al coinvolgimento soprattutto di cittadini non pre-organizzati)

X

3.7.c

EQUILIBRIO TRA STRATEGIE CONCERTATIVE e PARTECIPATIVE APERTE A TUTTI

 

3.8

SI È CERCATO DI GARANTIRE AUTONOMIA AGLI SPAZI DI DECISIONI DELLA CITTADINANZA?

3.8.a

NON CON ATTENZIONI PARTICOLARI

X

3.8.b

SI (specificare le azioni intraprese)

 

3.9

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

Oggi, il Regolamento temporaneo che dettaglia la modifica allo Statuto è approvato dal Consiglio Comunale; quello dell’autonomia dei tessuti sociali è quindi ancora un ambito da esplorare.

3.10

CHE VALORE HANNO ASSUNTO LE DECISIONI PRESE DAI CITTADINI?

3.10.a

CONSULTIVO

 

3.10.b

DELIBERANTE

Lo Statuto definisce ‘indirizzo vincolante’ quello emerso dai cicli assembleari

3.11

SI È CERCATO DI ‘FORMALIZZARE’ O ‘STATUIRE’ I MOMENTI DI DIALOGO TRA ISTITUZIONI E CITTADINI?

3.11.a

SI, ATTRAVERSO INSERIMENTO NELLO STATUTO (specificare di quale livello amministrativo)

X

3.11.b

SI, ATTRAVERSO ORDINANZE, REGOLAMENTI E SIMILI (specificare)

 

3.11.c

NO, IL PATTO POLITICO CON I CITTADINI È STATO RITENUTO GARANZIA SUFFICIENTE

 

3.12.

QUALI STRATEGIE COMUNICATIVE SONO STATE USATE PER PROPAGANDARE I MOMENTI DI INCONTRO TRA ISTITUZIONI E CITTADINI? (specificare)

Molto diversificate: annunci su giornali, radio e Tv locali; manifesti per strada, campagna di lettere e volantini porta a porta, costruzione di spazi di comunicazione dell’Amministrazione (box rossi) negli esercizi pubblici

3.13.

SI È FATTO USO DI SONDAGGI D’OPINIONE? (se sì, quale uso e con quali cautele?)

Si, ma non a base statistica. Essi sono stati presentati come tali, cioè privi di base scientifica.

3.14

L’ESPERIENZA HA MESSO AL CENTRO ALCUNI DEI SEGUENTI CONTENUTI?

(barrare con una X quello o quelli più centrali e con una Y altri temi trattati con impegno minore)

3.14.a

Accoglienza e integrazione degli immigrati

 

3.14.b

Fitodepurazione, chiusura dei cicli delle acque e valorizzazione del patrimonio idrico

 

3.14.d

Cooperazione decentrata come luogo di apprendimento reciproco tra Nord e Sud

Non tanto nel Bilancio Partecipativo, quanto nelle collaterali consulte

3.14.e

Costruzione di Bilanci Sociali, Ambientali o di Genere

X

3.14.f

Cultura diffusa della prevenzione dai rischi ambientali

X

3.14.g

Diffusione di una cultura dei nuovi indicatori di benessere e qualità della vita, attraverso costruzione collettiva di nuovi indicatori locali (specificare)

Y;

il bisogno di nuovi indicatori è emerso come criticità. Ora si stanno elaborando azioni apposite per costruire un questionario su proposta dell’Assessorato alla cultura, per oggettivizzare alcuni dati. Il Comune pensa che sarebbe utile un Osservatorio Sociale che indichi situazioni critiche, in forma di presa di coscienza di specifici problemi, che prelude ad indicatori soggettivi. L’uso di indicatori oggettivi è spesso fonte di alte spese e bisognerebbe identificare quelli più ‘sentiti’ o ‘utili’ per trovare appositi finanziamenti per rilevarli.

3.14.h

Diffusione di una cultura dei nuovi indicatori di benessere, attraverso uso di nuovi indicatori internazionalmente elaborati

 

3.14.j

Diritto alla città per disabili e portatori di handicap

X

3.14.k

Diritto alla città per i bambini e gli adolescenti

X

3.14.i

Diritto alla città per le categorie sociali economicamente marginali

Non è problema percepito perché è una città con livello di accesso basso; del tema si accenna in termini di rapporto con la metropoli (soprattutto trasporti)

3.14.l

Distretti di economie territoriali

Y

Il tema è più centrale nell’Associazione del Parco Sud; è sentita nel Quartiere delle Rose

3.14.m

Educazione alla democrazia di bambini e giovani

 

3.14.n

Incentivi all’agricoltura come presidio ambientale a protezione del paesaggio storicizzato

 

3.14.o

Necessità di nuovi stili di vita che riducano l’impronta ecologica sull’ecosistema

Y

È emerso soprattutto il tema mobilità alternativa interna al comune (ciclovie)

3.14.p

Nuove forme di turismo responsabile e sostenibile

 

3.14.q

Partecipazione nelle reti transnazionali di commercio equo e solidale

 

3.14.r

Potenziamento di Gruppi Solidali di Acquisto locali

 

3.14.s

Protezione attiva e valorizzazione delle riserve naturali

 

3.14.t

Rafforzamento dell’identità locale e senso di appartenenza ai luoghi

Non emerge come tema ma è nodo problematico a cui si risponde con progetti su singoli terreni legati a intensi progetti concreti

3.14.u

Sostegno alla produzione di informazione indipendente e comunicazione sociale

Y

L’Assessorato alla Partecipazione ha incoraggiato gruppo di ragazzi di biblioteca e che lavora sul wireless. Da dicembre 2003 la distribuzione del materiale informativo sul Bilancio Partecipativo non è più demandata a società esterna, ma ad una cooperativa di Gaggiano

3.14.v

Strategie di diffusione dell’accesso alle nuove tecnologie

Y

Tema non sottolineato dai cittadini, ma dal Comune

3.14.w

Trasformazione e riprogettazione collettiva degli spazi pubblici

Y

È un tema che si è legato ai progetti partecipativi delle scuole, ma ancora debole

3.14.x

Valenza etica delle imprese

 

3.14.y

Gestione collettiva dei servizi pubblici

 

3.14.z

Costruzione di biofattorie, ecovillaggi, ecc.

 

3.14.ç

ALTRI TEMI CENTRALI TRATTATI (specificare)

 

3.14&

ALTRI TEMI SOLO SFIORATI (specificare)

 

3.15

VI È STATA SUFFICIENTE INTEGRAZIONE NEL TRATTARE I VARI TEMI SEGNALATI?

3.15.a

SI (dettagliare impressioni del perché)

 

3.15.b

NO (dettagliare impressioni del perché)

 

3.15.c

SOLO PER SINGOLI FILONI DI RAGGRUPPAMENTO DEI TEMI

X

3.16

CHI HA CURATO L’INFORMAZIONE SU QUESTO GENERE DI CONTENUTI (TALORA DI NON FACILE COMUNICAZIONE) E COME LO HA FATTO? (dettagliare)

L’Ufficio Partecipazione ha impostato la campagna. Ma il tessuto sociale ha spazio per esporre punti dei vista e contenuti su degli opuscoli mensili. Ad oggi non c’è stata produzione di stampa specifica. Sulle piste ciclabili c’è informazione completa garantita dal Comune

3.17

ESISTONO CORSI DI FORMAZIONE O AUTOFORMAZIONE CHE PREPARINO I CITTADINI AD AFFRONTARE TEMI COMPLESSI NEI MOMENTI DI INTERAZIONE PUBBLICA? SE SI, COME SI SVOLGONO E CHI LI ORGANIZZA E FINANZIA?

3.17.a.

NO

 

3.17.b.

SI (specificare)

 

3.18.

CHE TIPO DI AZIONI SONO STATE INTRAPRESE PER DARE AGLI INTERVENTI SUL TERRITORIO COERENZA CON I TEMI SOPRA SEGNALATI? (dettagliare)

Lo strumento di coerenza è dato dallo statuto e dalle possibilità di modificare e arricchire il processo nel tempo. L’Osservatorio dei cittadini sarebbe un’idea da discutere per diffondere e provuore contenuti innovativi, come alcuni esposti sopra. Ma per ora è un processo limitato a varie opere pubbliche puntuali, anche se cerca di transitare verso idee di integrazione degli interventi

3.18

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

 


4. SUB-SCHEDA

“LIMITI; OPPORTUNITÀ ED ESITI”

 

N° ID. campo

N° IDENTIFICATIVO DELLA SCHEDA_di_CASO: 1/1 SC 4

4.1

L’ESPERIENZA DESCRITTA HA AVUTO ESITI POSITIVI? (sono possibili più risposte, con eventuale spiegazione a lato)

4.1.a

NO

 

4.1.b

SI, IN TERMINI DI RISULTATI CONCRETI E VISIBILI SUL TERRITORIO

X

4.1.c

SI, IN TERMINI DI AUMENTO DEL POTERE DECISIONALE DEI CITTADINI

X

4.1.d

SI, IN TERMINI DI ARRICCHIMENTO DELLA CONOSCENZA DEI BISOGNI

X

4.1.e

SI, IN TERMINI DI TRASFORMAZIONE DELLA MACCHINA PUBBLICA

X

4.1.f

SI, IN TERMINI DI TRATTAZIONE DIFFUSA DI NUOVI TEMI

Non ancora

4.1.g

SI, IN TERMINI DI COSTRUZIONE DI VISIONI E SCENARI CONDIVISI DI MEDIO TERMINE

Non ancora

4.1.h

SI, IN TERMINI DI SPERIMENTAZIONE DI NUOVI STRUMENTI DI GOVERNO

X

4.1.j

SI, IN TERMINI DI CAMBIAMENTI CULTURALI DIFFUSI (specificare)

Non ancora

4.1.k

ALTRO (specificare)

 

4.2

L’ESPERIENZA SI È AVVANTAGGIATA DI QUALCHE INCENTIVO FORNITO DA BANDI DI GARA, LEGGI SPECIALI O ALTRI STIMOLI FORNITI DA ISTITUZIONI SUPERIORI?

4.2.a

SI

 

4.2.b

NO

X

4.3

SE LA RISPOSTA È “SI”, PRECISARE DI CHE TIPO

 

4.4

L’ESPERIENZA HA EVIDENZIATO QUALCHE LIMITEBLOCCANTE CHE L’HA CONDIZIONATA IN MANIERA RADICALE? (sono possibili più risposte)

4.4.a

NO

X

4.4.b

SI, IN TERMINI DI INTERAZIONE TRA ATTORI ISTITUZIONALI E NON(specificare)

 

4.4.c

SI, PER LO SCARSO INVESTI-MENTO DI RISORSE PUBBLICHE

(specificare)

 

4.4.d

SI, PER LA MANCANZA DI VOLONTÀ POLITICA

(specificare)

 

4.4.e

SI, PER IMPEDIMENTI BURO-CRATICI, SCARSO COORDI-NAMENTO INTERNO DEGLI ENTI COINVOLTI ECC. (specificare)

 

4.4.f

ALTRO (specificare)

Economicamente, i municipi sono poveri e la situazione è destinata in futuro a peggiorare. Questo rende difficile e limitato il numero delle opere realizzabili sulla base di decisioni assunte in modo condiviso.

Un limite notato risiede nel numero dei partecipanti; alcune fasce d’età sono poco presenti, primeggiano attori legati alla tradizione di azione politica,

Cultura familiare e composizione sociale sono mpoco variate, e in certe zone si nota troppa omogeneità sociale. Un altro limite riguarda l’identificazione della comunità con il processo, ma questa delusione è legata all’aspettativa che il Comune dava al processo. Essendo un percorso all’avanguardia può essere un motore su cui puntiamo per ricostruirgli intorno una ‘forte identità’ pievese.

4.5

QUALI OBIETTIVI PREVISTI SONO STATI RAGGIUNTI? (specificare)

Siamo nei tempi e obiettivi fissati dal programma

4.6

SI SONO VERIFICATI DEGLI ESITI POSITIVI INATTESI?

4.6.a

SI

X

4.6.a

NO

 

4.7.

SE “SI”, QUALI? (specificare)

In alcuni quartieri vi è stata partecipazione più solida di quanto atteso; la condizione di poter elaborare proposte concrete non ha fatto ancora emergere temi spinosi che sarebbe lecito attendersi come sicurezza o rifiuto dell’immigrazione. Non è mai degenerata la polemica tra punti di vista, si è sempre prodotta sintesi propositiva. Eravamo preparati a faide o particolarismi che non ci sono stati.

4.8

SI SONO VERIFICATI DEGLI EFFETTI NEGATIVI NON PREVENTIVATI?

4.8.a

SI

X

4.8.a

NO

 

4.9.

SE “SI”, QUALI? (specificare)

Non avevamo calcolato il rischio di avere omogeneità sociale dei partecipanti. Che si puntasse sui Lavori Pubblici era previsto, ma se si uscisse da questi temi si potrebbero mettere in gioco questioni più articolate e di frontiera che attraggono più risorse esterne a quelle pubbliche. O la discussione sui LLPP prelude a partecipazione in fase esecutiva o non trascina altre forme di dibattito, perché si arresta su scelte tecniche.

 Sul terreno sociale e ambientale si sarebbero potute attivare sinergie. Valore aggiunto si è avuto solo nel progettare collettivamente scuole e parco urbano. Nei progetti semplici (rotatoria) dopo la priorizzazione di un intervento il dibattito pubblico si arena e non ha seguito

4.10.

DAL PERCORSO FINORA SPERIMENTATO QUALI OPPORTUNITÀ SONO EMERSE CHE SI PUÒ PENSARE DI SFRUTTARE COSTRUTTIVAMENTE PER IL FUTURO? (specificare)

E’ un incubatore di progettualità che mostra potenzialità di connettere temi diversi, accrescendo la visione e la lettura del territorio da parte di abitanti e Comune.

 

4.11.

QUALI ELEMENTI SI POTREBBERO REINDIRIZZARE, PER FAR MATURARE IL PERCORSO IN FUTURO? (specificare)

Attenzione a composizione sociale più varia. Investimenti per far nascere nodi di comunicazione indipendente. Un osservatorio popolare potrebbe arricchire il dibattito puntuale su temi e indicatori.  Oggi si inizia a lavorare su dei gruppi di teatro, produrre filmati e c’è l’idea ancora utopistica di allacciarsi ad una tv locale tipo telestreet…

4.12.

IL PERCORSO HA GETTATO BASI SUFFICIENTI PER POTER CONTINUARE? (specificare)

Si, continuerà perché è previsto che continui e si metta alla prova. Ma non è abbastanza solido per sopravvivere ad un cambio amministrativo. Lo abbiamo radicato istituzionalmente, ma non è ancora abbastanza radicato socialmente.

4.13.

QUALI ELEMENTI POSITIVI POTREBBERO ESSERE EMULATI IN ALTRI CONTESTI E CON QUALI ATTENZIONI? (specificare)

Radicamento istituzionale del processo (in Statuto e Regolamenti)

Monitoraggio costante di partecipanti ed esiti; connessione tra settori dell’Amministrazione e con processi specifici;

L’adozione di codici comunicativi differenziati e articolati.

Limiti alla replicabilità stanno nella necessità di una forte volontà di condivisione politica e coscienza che è investimento che non paga nel breve termine. A Pieve questa coscienza c’è stata ed ha continuato ad operare con pazienza e fiducia in un processo a radicamento lento.

4.14

EVENTUALI NOTE AGGIUNTIVE

 

 

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