A Milano, un Laboratorio per la città
Miracolo a Milano, gruppo consiliare parte del Nodo nord-ovest della Rete

Il contesto politico
Due sono gli elementi che oggi si intrecciano nella politica italiana e che rendono tuttora attuale la necessità di rinnovarne forme e contenuti attraverso la partecipazione e la solidarietà: la frantumazione del blocco sociale che ha vinto nel 2002, e la crisi di direzione e di proposta del centro-sinistra.
L’immaginario berlusconiano si è infranto con i crolli di Cragnotti e di Tanzi, con i pensionati rovinati, i Tfr bruciati in una settimana, le obbligazioni argentine ridotte a carta straccia, il ceto medio italiano colpito al cuore simbolicamente e materialmente immiserito da un caro-vita fuori controllo, i lavoratori che affrontano una crisi produttiva che intreccia delocalizzazione, ristagno della domanda e effetti della concorrenza nel mercato globale.
Fa da contraltare la latitanza del centro-sinistra di fronte a una crisi di questa portata: quasi che all’acuirsi della crisi della destra crescano senso di impotenza e incapacità della sinistra di elaborare una proposta di governo fondata sulla materialità delle condizioni - dalla casa al lavoro, dalla salute alla scuola - che costituisca un programma di governo chiaramente definito nei contenuti e nei riferimenti sociali.
Questa difficoltà riflette uno scontro di fondo: dietro le questioni di leadership e di schieramento c’è un forte tentativo di spostare sempre più a destra il baricentro, evitando una discussione aperta sui contenuti e sul programma, ma praticando l’obiettivo: vedi le proposte sulle pensioni, l’acquiescenza di fronte all’applicazione della legge 30, le proposte di privatizzazione della RAI, l’insofferenza per le posizioni della CGIL, la richiesta di emarginare la FIOM. D’altro canto, al di fuori dell’Ulivo il successo elettorale di PRC, Verdi e PdCI alle ultime elezioni ha rafforzato lo spirito di identità di ciascuno anziché spingere alla costituzione di un blocco sociale e politico che rappresenti valori e contenuti dei movimenti di questi anni da opporre alla deriva centrista.
Allora è importante che la spinta a costruire questo blocco sociale e politico non si spenga nel pendolo asimmetrico del rapporto tra politica e movimenti, che alla fine del percorso lascia questi ultimi nel vuoto, e che si lavori perché si profili una terza alternativa: che punta a un riempimento «dal basso» di questo vuoto, sostenendo un progetto dai contenuti chiari per la pace, i diritti, la giustizia sociale, le riforme civili. Un progetto oggi espresso dai movimenti nel loro complesso che chiede alle forze politiche che lo sostengono di fare una grande operazione politica: rimettere in discussione i vincoli d’organizzazione e avviare la costruzione di un soggetto unitario e forte che possa far contare il peso reale della rappresentanza di questo progetto, e smonti il paradosso per il quale il programma c’è, il blocco sociale che lo esprime e sostiene c’è, ma non c’è il soggetto politico in grado di tradurlo.

La politica sul territorio
A Milano il segno di vitalità rappresentato da una domanda che chiede un reale ripensamento del passato, del presente e del futuro, una vera e propria riscrittura della sinistra o delle sinistre al plurale che avvenga in stretto rapporto con i movimenti, rischia di essere vittima delle “ragioni” della politica, dalle prossime elezioni regionali a quelle successive per il sindaco.
E’ più che mai urgente lavorare per dare altro contenuto e altra forma a queste “ragioni”, finalizzandole almeno al raggiungimento di una concreta complementarietà tra una democrazia rappresentativa che sempre più rappresenta solo sè stessa e una democrazia partecipativa reclamata da strati sempre più larghi della società civile nella gestione del proprio territorio, “il più essenziale dei beni pubblici”.
Il recente successo delle sinistre alle ultime elezioni amministrative ha segnato un passaggio importante in un territorio ormai da anni considerato dalle sinistre stesse feudo inespugnabile del centro-destra, e se ne vedono i segni anche nella rinata fiducia dei movimenti, che trovano nell’istituzione provinciale nuovi spazi di ascolto e di condivisione delle loro proposte.
L’istituzione di un Assessorato provinciale alla partecipazione, pace, cooperazione, … e l’adesione della Provincia alla Rete Nuovo Municipio sta ad indicare una precisa volontà di indirizzo nella gestione dei propri compiti istituzionali, che già sta producendo incontri di discussione e di progettazione congiunta tra cittadini e amministratori.
Di segno contrario si mantiene la politica territoriale dell’amministrazione comunale, che nega alla cittadinanza qualunque spazio di informazione e di confronto reale, ed evidenzia anche grande debolezza nelle posizioni e nelle scelte della coalizione delle forze di opposizione.
In questo contesto politicamente contraddittorio dove la spinta alla partecipazione “dal basso” è parzialmente rivitalizzata dagli spiragli di novità apertisi, il gruppo consiliare “Miracolo a Milano” - parte della ARNM - ha proposto e già sta sviluppando (OTM - OsservatorioTrasporti Metropolitani) con altri soggetti organizzati della città un progetto di Laboratorio cittadino, dove si incontrano e si confrontano le domande espresse dai movimenti, e si elaborano percorsi progettuali relativi alla gestione partecipata del territorio da portare alla discussione nelle sedi istituzionali di competenza.

Il progetto
Il riferimento generale è quello di una “democrazia dei beni comuni”, che indica una prospettiva d’insieme da declinare sul piano delle pratiche politiche a vari livelli, dove si tratta di dare risposte molto concrete e realmente democratiche ai bisogni fondamentali nei quali questi beni si traducono (la casa, la salute, la mobilità, la cultura, l’ambiente, la scuola...).
Si tratta di indicare alcuni temi cruciali e le prospettive con cui guardarli attraverso l’organizzazione di tavoli, comitati o consulte o quant’altro specificamente dedicati a un tema, che raccolgano i soggetti che sul territorio intervengono su quel tema o comunque abbiano istanze da esprimere.
Il “laboratorio per la città” si qualifica come spazio pubblico - simbolico, l’agorà; e concreto, un luogo fisico di incontro - che appartiene ‘per definizione’ ai cittadini, organizzati e non, nel quale si incontrano, esprimono e confrontano problemi ed esigenze, attuano azioni di informazione, coinvolgimento e lotta nella città, elaborano progetti per il superamento dell’esistente verso nuovi modelli di società democratica.
La partecipazione non è un dato dell’esistente, anzi al contrario è un obiettivo non facile da conquistare e fragile nella sua tenuta nel tempo. Anche per questo l’obiettivo politico generale deve tradursi nella concretezza di un percorso chiaro, di cui siano dichiarate le tappe e il punto d'arrivo.
Fondamentale è garantire come primo esito di un lavoro partecipativo la presentazione e l’ascolto nelle istituzioni dell’elaborato progettuale del laboratorio, e questo è compito anzitutto dei soggetti proponenti ma anche delle altre forze politiche interessate e coinvolte.
Il passaggio dall’essere ascoltati all’ottenere attuazione delle proposte è legato alla forza di pressione che si riuscirà a mettere in atto, ma sarebbe già importante poter garantire il passaggio dal tavolo alle istituzioni. Darebbe senso concreto al lavoro fatto, senza il quale in breve tempo la partecipazione si svuota.

Il metodo
L’obiettivo di dare vita a un laboratorio per la gestione dei beni pubblici attraverso modalità di democrazia partecipativa esige la presenza al suo interno dei diversi soggetti che nella città - su tematiche specifiche - possono portare e condividere esigenze, problemi, esperienza diretta, capacità progettuale.
E’ una pratica concreta innovativa e potenzialmente coinvolgente praticare la costruzione di un obiettivo comune a partire dall’incontro non occasionale ma formalizzato in uno spazio permanente tra cittadini-lavoratori di un settore pubblico, cittadini-utenti in quel settore, cittadini-esperti che hanno elaborato pezzi di progetto in quel settore; soggetti che stabiliscono una piattaforma comune di lavoro e avviano un percorso che porta ad una proposta finale condivisa.
Il laboratorio è aperto alla partecipazione anche di forze organizzate politiche e sindacali che riconoscano questo spazio di incontro della società organizzata come un interlocutore rappresentativo con il quale confrontarsi, ed eventualmente elaborare proposte comuni.

I contenuti tematici
Ci sono due terreni nei quali esiste già un lavoro avviato e quindi un po’ di esperienza, e disponibilità al dialogo e alla collaborazione:
- I trasporti: è un diritto collettivo che vuol dire mobilità, modelli urbani, territorio, privatizzazioni, sul quale è già in atto un primo laboratorio, di seguito descritto.
- Il welfare urbano: le riforme istituzionali scaricano sul territorio gli effetti dello smantellamento del welfare nazionale. Lavorare alla definizione di un welfare urbano, dalla salute alla casa, traduce in concreto l’idea di bilancio partecipato. Anche su questo terreno ci sono interlocutori che hanno già prodotto elaborazioni e proposte, con i quali stiamo organizzando un incontro.
- Ci sono poi altri temi sui quali aprire un confronto possibile se ci sono risorse, disponibilità e interlocutori, per esempio la cultura e l’informazione: modelli e comportamenti di una società che ha perso l’anima, ma i cui individui non rinunciano ai valori di un modello sociale solidale.

OTM - Osservatorio Trasporti Metropolitani
La questione del traffico, dei trasporti pubblici e più in generale della mobilità è tra le più complesse e conflittuali a Milano, e non da oggi.
Sull’ATM – Azienda Trasporti Milanesi – si concentrano un intreccio di problematiche e interessi in campo profondamente diversi che fanno capo a soggetti diversi: lavoratori dei trasporti, sindacati, direzione dell’azienda, utenti del servizio, Comune, e questioni contrattuali, logiche di privatizzazione, reddito aziendale, qualità del servizio.
Ai cittadini non arriva nessuna informazione sullo scontro in atto, e vivono solo il disagio di un disservizio che si accentua in occasione degli scioperi della categoria.
Dal dialogo inizialmente conflittuale e successivamente solidale avviatosi tra i lavoratori ATM e i cittadini durante gli scioperi del 2003 è nato un progetto comune di incontro, con l’obiettivo di costituire un osservatorio permanente sul servizio dei trasporti pubblici nel territorio metropolitano.
Sono stati individuati alcuni nodi centrali, sui quali riflettere e avanzare proposte:
1. Solidarietà con le lotte dei lavoratori ATM: se ne condividono le ragioni non soltanto per il loro contenuto interno di carattere contrattuale, ma anche per le conseguenze sul servizio pubblico dell’applicazione di nuove forme di lavoro e nuovi assetti societari; e anche perché si riconoscono in queste ragioni elementi che le accomunano a tutti i cittadini, dalle condizioni materiali alla progressiva precarizzazione del lavoro e della vita.
2. Dalla solidarietà con i lavoratori alla difesa del servizio pubblico: la mobilità è una risorsa-diritto per tutti, uno dei beni comuni che vengono messi in discussione dai processi di privatizzazione. Per ATM c’è la prospettiva di una societarizzazione dell’azienda con lo scorporo in tre società distinte da mettere a gara, ipotesi che sul piano legislativo vede in contraddizione la legge regionale e quella nazionale.
3. Solidarietà e difesa del servizio pubblico attraverso una rete di lavoratori e cittadini: creando punti stabili di ascolto nella città, percorsi itineranti per favorire l’incontro, avviando un lavoro di analisi, di informazione, di proposta e di iniziativa e mobilitazione sulle lotte dei lavoratori, sulla difesa del servizio pubblico, su mobilità e traffico.

I soggetti
Caratteristica e obiettivo principale dell’osservatorio è l’incontro tra cittadini-lavoratori e cittadini-utenti, anzitutto i lavoratori ATM. Il percorso si è avviato con la RSU del deposito di via Messina, per una ragione importante: in quella realtà esiste un rapporto unitario interno alla struttura sindacale tra delegati confederali e delegati extra confederali, premessa decisiva per un progetto di osservatorio che nasce aperto e ha un obiettivo unitario e unificante.
I soggetti finora coinvolti, che insieme stanno costruendo la documentazione tecnica, raccogliendo le testimonianze, confrontando ed elaborando proposte, preparando attraverso una trasmissione radio e un’iniziativa itinerante nella città un primo momento di informazione pubblica, sono:
lavoratori ATM, Attac, Cantieri Isola, Chain Workers, Centro Sociale “La pergola”, Le Girandole, Miracolo a Milano, Opposizione Civile, Osservatorio sulle privatizzazioni, Il Parlamentino, Rete Lilliput, Rete Nuovo Municipio, Social Press, docenti universitari, singoli cittadini non organizzati in associazioni.
La proposta è stata estesa anche ad Arci e alla Banca della Solidarietà.

Miracolo a Milano, novembre 2004

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