Prezzo sorgente, De.Co., Autocertificazione
le proposte di Luigi Veronelli e del progetto t/Terra e libertà/Critical wine

De.Co. le Denominazioni Comunali
“Attraverso le Denominazioni Comunali - il Sindaco certifica la provenienza d’ogni prodotto della sua terra - voglio contrastare il tentativo comunitario di annullare i giacimenti gastronomici a favore dei prodotti industriali”. Luigi Veronelli, propositore delle De.Co.
Bisogna consentire ai Comuni la facoltà di disciplinare la valorizzazione delle proprie risorse nel campo dei prodotti dell’agricoltura e dei suoi trasformati. Restituire agli abitanti le ricchezze del territorio.
Ogni Comune assume, con la De.Co., la responsabilità di dichiarare la reale provenienza delle materie prime e delle materie trasformate. Sostengo sia necessario irrigidire il concetto di denominazione d’origine rivendicando la condizione necessaria di “interamente ottenuto”. La tracciabilità (origine e trasformazione) di un prodotto è importantissima. Solo le grandi industrie, la grande distribuzione e le multinazionali hanno interesse a far passare il principio dell’“ultima trasformazione sostanziale” (è, questo, il progetto orwelliano che i grandi gruppi di interesse intendono far passare a Bruxelles), principio per il quale un prodotto può avere la denominazione del territorio dove avviene l’ultima trasformazione. Questo implica lo sfruttamento di coloro che - sia in Italia sia nei paesi dove il costo della manodopera è bassissimo (come nel Sud del mondo o nei paesi dell’est) - coltivano la terra a vantaggio di chi gestisce il commercio e la trasformazione.

Assioma De.Co
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Quale è il valore minimo ma importante delle De.Co.? L'assioma che - da solo o inserito in qualsiasi contenitore e ideologia - è di un'importanza straordinaria.- è la tracciabilità del giacimento gastronomico (l'origine);- è la preservazione della biodiversità e il conseguente contrasto agli alimenti contenenti organismi geneticamente modificati; - è il possibile avvicinamento a un progresso compatibile con l'ambiente naturale; è la valorizzazione - per i prodotti alimentari - della pratica contadina-artigianale dell'"interamente ottenuto", contro quella - industriale - dell'"ultima trasformazione sostanziale";- è una proposta che, anche se verrà recuperata entro gli ambiti del controllo statuale, ha un indirizzo libertario.
Un assioma. Una verità e un valore irriducibili. Le De.Co. Un gradino verso l'utopia. Valido non solo in Italia. La globalizzazione dal basso con le De.Co.

Il prezzo sorgente
Si dice Prezzo Sorgente il prezzo indicato in etichetta, al quale un produttore vende al consumo diretto il suo pane, la pasta, il vino, l’olio, qualsiasi alimentare, sia naturale, sia manufatto, comprensivo della sua remunerazione.
Evidenzia con un semplice dato sulla confezione (nel caso del vino, nella retro-etichetta) i rapporti di produzione e le appropriazioni di ricchezza che avvengono nella filiera della circolazione dei prodotti. Permette la riduzione della distanza alimentare e la diminuzione della catena produzione-consumo; è un maggior investimento di fiducia tra consumatori e produttori ed è il primo passo per rendere possibile la tracciabilità del prezzo oltre a quella del prodotto.
Il Prezzo Sorgente non deve essere imposto, ma deciso da ogni produttore; non intende creare gerarchie o ulteriori regimi di controllo, bensì relazioni basate sull’etica della responsabilità e della cooperazione. Anziché imporre i prezzi, si vuole darne a beneficio del mercato la tracciabilità, cioè il percorso del prezzo e individuare se l’elemento di fiducia - che il produttore, il commerciante, il distributore hanno costruito - sia corretto e quindi meritevole d’acquisto.

Prezzo sorgente, De.Co., Autocertificazione
Tracciabilità dei prodotti e dei prezzi
Qualità dei prodotti e delle relazioni sociali che li sottendono
È importante costruire percorsi di pensiero e pratica tra elementi di universalità e aspetti di territorialità e comunalità. Un deficit enorme si è venuto a creare, è il deficit di fiducia, l’idiosincrasia tra aspetti di produzione e quelli di consumo. Occorre ricostruire un binario da dove finanza, economia, produzione hanno deragliato. Parole semplici: massima tracciabilità dei prodotti e dei prezzi. Occorre costruire una filiera di coproduzione che mette assieme l’origine con l’elemento finale del consumo. Costruzione della massima tracciabilità dei prodotti e dei prezzi attraverso le relazioni sociali, ossia i rapporti di produzione. La Denominazione Comunale è elemento fondamentale di questa operazione perché permette di ricostruire l’origine dei prodotti e la filiera tra culture e colture. A questo dobbiamo aggiungere un altro elemento risolutivo: il prezzo sorgente, cioè il prezzo al quale i produttori vendono i propri prodotti. Non vogliamo imporre i prezzi, lungi da noi la volontà di imporre qualcosa, l’importante è che il consumatore abbia la possibilità di ricostruire a suo beneficio la tracciabilità, cioè il percorso fatto dal prezzo (oltre che dal prodotto) e individuare se l’elemento di fiducia – che il produttore, il commerciante, il distributore hanno costruito – sia meritevole e quindi decidere l’acquisto. Questo potrebbe ridurre la filiera commerciale, ridurre il groppo di appropriazione che avviene alle spalle di consumatori e produttori. Abbiamo iniziato a farlo con il vino ma si potrà/dovrà estenderlo a tutti i prodotti. Inoltre, è necessario aggiungere il sistema dell’autocertificazione e dell’etica della responsabilità in modo di determinare un elemento che mette assieme un circuito virtuoso tra qualità dell’ambiente, dei prodotti e delle relazioni sociali. Le De.Co., il prezzo sorgente e l’autocertificazione possono divenire così elementi fiduciari forti cui ogni produttore e ogni cittadino può sostenersi.

Info:
www.criticalwine.org

Per approfondimenti: Terra e libertà/Critical wine, Sensibilità planetaria, agricoltura contadina e rivoluzione dei consumi, edizioni Deriveapprodi.
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