Appello ai candidati per la campagna elettorale delle elezioni amministrative comunali e provinciali del 2004

La Rete del Nuovo Municipio è una associazione nazionale fondata a Empoli l’8 novembre 2003, cui aderiscono diversi Comuni italiani insieme a istituti, laboratori e ricercatori universitari, associazioni e movimenti.
La nostra associazione si ispira ai principi della Carta del Nuovo Municipio presentata al Social Forum Mondiale di Porto Alegre (Gennaio 2002), al SocialForum Europeo di Firenze (Novembre 2002), al S.F.E. di Parigi-St. Denis (Novembre 2003) e alla Carta di intenti deliberata dall’assemblea Costituente.
La Rete rivolge ai candidati nelle prossime elezioni amministrative il seguente appello, auspicando che i suoi contenuti possano trovare spazio nei programmi elettorali
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1. Promuovere forme di democrazia partecipativa come regola permanente di governo
E’ ormai matura la scelta di attivare nuove forme di democrazia partecipativa come regola permanente di governo.
La crescita del protagonismo sociale nelle mobilitazioni internazionali e nazionali e la forte domanda di partecipazione, la diffusione di esperienze di partecipazione nelle forme e negli ambiti più diversi (Bilancio partecipativo, agende 21 locali, Contratti di quartiere, Programmi complessi, Conferenze d’area, Consulte specifiche, Piani strategici, Progetti Urban, Patti territoriali, Progetti integrati di sviluppo locale, Piani di sviluppo locale, Gal, Contratti di Fiume, ecc), che si accompagna alla crisi di rappresentanza degli istituti di democrazia delegata, alla disaffezione al voto, alla crescita di politiche individualistiche di desolidarizzazione sociale e di esaltazione del mercato, ha reso questi strumenti fondamentali per ricostruire in controtendenza legame sociale attraverso la ricostruzione di un rapporto fra bisogni sociali e istituzioni, per restituire spazio pubblico di decisione sui destini della città e del territorio, per includere gli interessi dei più deboli, dei migranti, delle diversità culturali nel progetto di futuro della comunità locale.

2. Dare struttura, poteri e nuovi statuti alla democrazia partecipativa
Tuttavia tutte queste forme di partecipazione rischiano di restare consultive, parziali, sovrapposte, settoriali, non comunicanti e soprattutto affidate alla sensibilità del singolo amministratore.
La Rete del Nuovo Municipio invita pertanto i candidati ad esplicitare nei programmi elettorali la promozione di istituti di partecipazione a carattere decisionale come forma ordinaria di governo.
Non è inoltre sufficiente che vengano rese partecipate singole politiche settoriali: è necessario che i municipi promuovano progetti intersettoriali e integrati.
Forme di democrazia partecipativa socialmente allargata, coordinate fra settori di intervento e fra livello comunale e sovracomunale, dovrebbero consentire di superare la frammentazione degli attuali istituti per attivare i diversi attori sociali verso l’autogoverno locale. L’obiettivo è costruire una cultura di governo in cui sia presente quotidianamente nelle decisioni del municipio il benessere e il ben vivere degli abitanti, il futuro della città e del territorio.
Questa costruzione passa attraverso l’ascolto dei soggetti più deboli (bambini, anziani, adolescenti immigrati, giovani famiglie, ecc), l’estensione della rappresentanza di genere e il confronto con le esperienze di autoorganizzazione degli abitanti nel territorio.
A questi obiettivi richiediamo di finalizzare la revisione degli statuti comunali, dando legittimità, risorse economiche, tecniche e procedurali a nuove forme di democrazia partecipativa, con poteri deliberativi, in grado di attivare il ruolo propositivo e progettuale della pluralità di organizzazioni e di autorappresentanza della società civile, di movimenti gruppi, associazioni, singoli cittadini.

3. Governare dal basso attraverso i nuovi municipi in rete
La crescita di istituti democratici che rafforzano i legami sociali e sviluppano potere di autogoverno del municipio aiuta i comuni a rifiutare politiche sociali, economiche, territoriali imposte dall’alto, e ad opporsi al virulento attacco in atto alla organizzazione municipale del welfare, dei beni pubblici e della gestione del territorio.
Vi proponiamo di promuovere il governo dal basso di queste politiche associando i comuni in reti sempre più numerose di cooperazione intermunicipale per affrontare in modo integrato i problemi di importanza sovralocale; rivendicando il diritto alla autorganizzione democratica dell’unione fra comuni anche nei rapporto con le istituzioni sovraordinate (il governo, i “governatori” regionali); sostenendo una nuova concezione (che ha radici antiche) del federalismo fondato sui municipi.
Questa forma di federalismo attivo è possibile solo garantendo una maggiore autonomia finanziaria dei comuni. La crescente riduzione in atto di questa autonomia, rende sempre più modesti i margini decisionali (e dunque pleonastica la partecipazione sociale alle decisioni sul bilancio comunale) e consente il prevalere dell’autoritarismo gerarchico dei poteri statali ed economici che si esprimono ora attraverso i condoni, le grandi opere per leggi obbiettivo, la distruzione dei beni pubblici, il taglio delle strutture sociali di base.
Il coordinamento fra municipi può consentire di promuovere azioni conflittuali anche a livello sovranazionale; ad esempio, la promozione di azioni locali coordinate può costituire elemento di pressione sui governi nazionali inadempienti rispetto al protocollo di Kyoto sul clima.

4. Promuovere lo sviluppo locale autosostenibile attraverso il coinvolgimento attivo degli attori sociali ed economici
A fronte dei processi di globalizzazione economica che tendono ad allontanare le decisioni dalle istituzioni locali, a subordinare le politiche locali al comando dei mercati globali che tendono a consumare e distruggere nella competizione risorse economiche e ambientali, è fondamentale che i processi di democrazia municipale siano finalizzati alla salvaguardia e alla valorizzazione delle identità locali, delle peculiarità e delle eccellenze delle risorse ambientali, territoriali e umane. Solo la valorizzazione consapevole e non distruttiva di queste risorse può consentire la costruzione condivisa di modelli di sviluppo autosostenibili che producano ricchezza durevole, in grado di competere, ma anche di creare relazioni solidali e di cooperazione, per la costruzione di una globalizzazione dal basso e di un mondo plurale.
In questa direzione i processi partecipativi su cui vi chiediamo l’impegno non riguardano solo le questioni abitative, dei servizi pubblici, dell’ambiente, ma anche il coinvolgimento attivo degli attori socio-economici locali, nel campo dell’agricoltura, dell’artigianato, della piccola impresa, del commercio, della comunicazione, della formazione, della cultura; ciò si rende necessario affinché la comunità locale possa partecipare non solo a progettare il proprio futuro, ma anche a costruirlo direttamente, con le proprie mani, con la propria mente, con i propri saperi.

5. Sostenere le economie solidali, l’impresa e la finanza etica
In questa direzione, per consentire ad ogni comunità locale di costruire un reale autogoverno del proprio futuro, sollecitiamo i futuri governi municipali a liberarsi dalla morsa dei grandi poteri economici sovraordinati, delle multinazionali di profitto a sfondo speculativo e criminale, che producono crescenti effetti di impoverimento delle persone, mercificano, consumano, distruggono risorse locali sociali, ambientali, territoriali. Ciò si rende possibile se il municipio acquista forza agevolando, promuovendo, attivando attori e forme di produzione e di consumo che costruiscano nel territorio economie solidali fondate sulla valorizzazione delle risorse locali.
Si stanno moltiplicando nel territorio imprese a valenza etica nel campo dell’agricoltura biologica, tipica e didattica, della cura e del restauro del territorio e della città, del mutuo soccorso (banche del tempo) della produzione e gestione di servizi ambientali, sociali, culturali; nell’artigianato, nel commercio equo, nella finanza etica, nel turismo responsabile, nella produzione di informazione, di cultura, ecc..
Auspichiamo dunque che i nuovi programmi di governo municipale, dando voce a questo universo di imprese a finalità sociale ed etica e non solo alle imprese di profitto, contemplino la costruzione di nuovi sistemi economici a base locale, attivando laboratori sperimentali locali di economia solidale e di eccellenza con tutti i nuovi soggetti del lavoro sociale e etico.

6. Il progetto ecologico per una città di città e l’alleanza città/campagna
Questa alleanza fra cittadini e produttori “etici” può consentire la attivazione di laboratori di progettazione partecipata nelle periferie per realizzarne il superamento, attraverso la costruzione di tante piccole città nella città: ognuna dotata di spazi pubblici, di luoghi della comunicazione per la realizzazione della comunità urbana; di alta qualità dell’ambiente urbano; di piazze e strade vivibili con ampie zone pedonali; di complessità produttiva e di servizi; di centri sociali e commerciali “naturali” e di reti di vicinato per rivitalizzare la centralità dei nuclei storici, e attribuire ruoli pubblici alle aree dismesse delle periferie; di relazioni di scambio con il proprio territorio agricolo per realizzare alta qualità alimentare e ambientale.
L’obiettivo di questa alleanza fra municipio e società locale, urbana e rurale, è realizzare modelli di vita e di consumo autosostenibili: che siano cioè in grado di ridurre l’impronta ecologica e la pressione ambientale cambiando gli stili di vita e di consumo verso il risparmio energetico, il consumo critico, la valorizzazione dei prodotti equo solidali; chiudendo a livello locale i cicli dei rifiuti, dell’energia, dell’alimentazione, delle acque; attuando una nuova alleanza fra la città e il proprio territorio rurale; sostenendo il proprio sviluppo a partire dalla valorizzazione della peculiarità dei propri patrimoni ambientali, territoriali e sociali; creando reti con altri Comuni (municipalismo solidale e federato) per realizzare sistemi economici locali fondati sulla identità locale e la tipicità dei prodotti e per attivare scambi solidali nel mondo.

7. Perseguire un lavoro non precario e una gestione pubblica e sociale dei servizi
Richiediamo ai candidati di affrontare nei programmi i grandi temi della precarizzazione crescente del lavoro e delle logiche mercantili e di profitto nella produzione e gestione dei servizi pubblici, potenziando in forme nuove e partecipate il ruolo imprescindibile dell’ente pubblico, proponendosi nuove relazioni produttive per la valorizzazione stabile dell’impresa a finalità sociale, accogliendo nella produzione e gestione dei servizi le potenzialità offerte dalla società locale (volontariato, associazionismo, cooperazione sociale) e promuovendo nuove forme lavorative (oltre la legge 30) che garantiscano stabilità contrattuale; individuando forme di democrazia municipale nel governo e nella gestione dei principali servizi alla persona, a partire dall’acqua come bene comune pubblico, non mercificabile, insieme alla tutela della salute e dell’ambiente, all’istruzione, all’assistenza, alla casa.

8. Ricostruire legame sociale contro vecchie e nuove povertà ed esclusione
Un vero processo di autogoverno locale si può realizzare se la coesione sociale non si sgretola per effetto delle crescenti polarizzazioni sociali in atto, degli squilibri e disequità tra le condizioni di vita dei cittadini.
La ricostruzione di legame sociale ha come prerequisito una forte ed ineludibile azione di contrasto delle nuove e delle “vecchie” forme di povertà, all’origine di gravi fenomeni di esclusione. Per questo è fondamentale inserire nei programmi elettorali una decisa politica volta alla redistribuzione dei redditi a favore delle fasce meno abbienti sia con una forte progressività delle imposte e dei tributi, sia con lo sviluppo dei servizi sociali, ambientali, urbani guidati dal governo pubblico per la produzione e gestione di beni collettivi; prevedendo una maggiore valorizzazione del capitale sociale, come risorsa essenziale nella gestione dei servizi.

9. Favorire l’organizzazione di una società multietnica e multiculturale
L’autogoverno locale non si realizza, in una società multietnica e multiculturale, senza la piena inclusione di tutte le forze attive nella cittadinanza, a partire dal riconoscimento della centralità della persona e della comunità senza distinzione di genere, nazionalità, religione, preferenza sessuale.
L’immigrazione è uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi anni, destinato a modificare il territorio, la struttura dei servizi, l’organizzazione del mondo del lavoro, le politiche della casa. Vi sollecitiamo per questo ad attivare politiche locali volte alla valorizzazione di forme di partecipazione dei migranti alla vita pubblica locale e di autorganizzazione per l’incontro tra immigrati e residenti; tra queste forme grande valore anche simbolico, assume il diritto di voto; vi proponiamo pertanto di inserire nei programmi elettorali il diritto di voto esteso a tutti i residenti per ancorare i diritti di cittadinanza alla effettiva presenza di vita e di lavoro nel territorio e come prima tappa del riconoscimento delle diverse culture, in primo luogo degli immigrati, nel tavolo della democrazia municipale; per introdurre il dialogo fra le diverse culture come determinante nella ricostruzione dello spazio pubblico, nel governo del territorio dell’abitare, dell’economia solidale.
Vi invitiamo infine a promuovere politiche del lavoro e dell’abitare che non siano solo volte all’eliminazione della discriminazione nel mercato della casa e del lavoro, ma anche alla costruzione di nuove forme dell’abitare e della produzione di beni che valorizzino le peculiarità (culturali, artistiche, produttive, di stili di vita) di ogni cultura come risorse di scambio per tutta la comunità. Questa valorizzazione richiede che siano attivate nuove forme di welfare in cui impresa, lavoro e assistenza, siano finalizzati alla sperimentazione di progetti e servizi includenti i soggetti deboli o emarginati.

10. Esercitare liberi saperi in libera informazione
Liberi saperi in libera informazione!
Vi invitiamo a promuovere e a sviluppare nella pubblica amministrazioni sistemi di gestione dell’informazione al di fuori delle logiche del copyright e delle grandi multinazionali: no copyright, telestreet, free source, facilitazione dell’accesso alle tecnologie informatiche, all’autoproduzione di informazione, promozione delle televisioni di comunità e di quartiere. Dare vita a uno scambio di conoscenze attraverso l’azione; è il concepire che non c’è espressività se non c’e’ attivamente messa in gioco del proprio corpo, della propria mente, della propria capacità di relazionarsi collettivamente.
Vi proponiamo di costruire luoghi della comunicazione partecipata nelle periferie, luoghi pubblici dove ogni forma di espressione creativa non sia vincolata dalle logiche di profitto, ma sia orientata a stimolare la reale sperimentazione sui linguaggi espressivi al di fuori di ogni censura e appartenenza gerarchica; dove si possa realizzare un territorio di incontro e di dialogo aperto, fra tanti partecipanti a un processo collettivo e orizzontale, in cui l’azione di ogni singolo individuo dà origine a un mosaico di conoscenze realmente accessibili a tutti, da tutti utilizzabili e modificabili.

11. I municipi per la pace e per una solidarietà internazionale di base
Un governo locale che promuove processi di crescita della società locale, promuove sviluppo del benessere dei suoi abitanti producendo beni e servizi che elevano la qualità della vita, costruisce le condizioni per comunicare con il mondo attraverso forme di cooperazione decentrata, per realizzare scambi solidali con il sud del mondo, per promuovere forme di diplomazia dal basso per la pace, la cooperazione e la solidarietà dei popoli. Occorre prendere atto che le manifestazioni per la pace che hanno visto insieme milioni di persone in tutte le piazze del mondo hanno per la prima volta unito non avanguardie, ma popoli in un unico sentimento di opposizione alla cultura imperiale della guerra infinita e preventiva.
L’unione dei municipi nel rifiuto della guerra e nella costruzione dal basso dei fili di una rete mondiale che pratica la pace costruendo forme di cooperazione sistematica e scambi solidali può essere un evento altrettanto importante, che amplifica e consolida le indicazioni di una di una pratica sociale già in atto.

Rete del Nuovo Municipio

Comitato Esecutivo:
Presidente Alberto Magnaghi
Vicepresidenti Massimo Rossi, Paola Sani
Ufficio di Presidenza Giovanni Allegretti, Salvatore Amura, Vincenzo Striano
Membri effettivi Claudio Bicchielli,Ugo Biggeri, Fiorella Bomè, Giuseppe Caccia, Giorgio Ferraresi, Marco Gelmini, Sabrina Gori, Guido Lutrario, Rossella Marchini, Anna Marson, Franco Piperno, Vittorio Pozzati, Andrea Saroldi, Enzo Scandurra, Massimiliano Smeriglio, Pierluigi Sullo, Alberto Tarozzi, Raffaele Tecce

Contatti:

Ufficio di Segreteria
Referente: Francesca Fondelli
piazza Farinata degli Uberti, Palazzo Pretorio (II piano) 50053 Empoli (FI)
tel. (+39) 0571 757824 - fax (+39) 0571 757740 - cell. (+39) 333 8381901
e-mail
segreteriaRNM@katamail.com

Ufficio di Presidenza - Coordinatore
Salvatore Amura
Comune di Pieve Emanuele (MI) - Assessorato alla Cultura
cell. (+39) 339 3140985 - fax (+39) 02 90788330
e-mail
amura@pievealegre.org

Responsabile web e comunicazione
Angelo M. Cirasino
Università di Firenze - Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti (LaPEI)
tel. (+39) 055 5031159 - fax (+39) 055 587087
e-mail cirasino@unifi.it

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