Al Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini
Un "Piano strategico" partecipato per la gestione dei rifiuti in Toscana, con l'obiettivo "rifiuti zero"
A cura di Marco Della Pina
- Novembre 2004

La Regione Toscana sta iniziando in questi giorni il percorso per l’attuazione di un “Patto strategico per la gestione dei rifiuti in Toscana”. Il patto consiste in un’intesa volontaria limitata ai soggetti istituzionali ed economici coinvolti nella gestione dei rifiuti urbani. Il Patto può rappresentare una svolta importante se si aprirà alla partecipazione dei cittadini e comincerà ad analizzare in concreto le cause del fallimento della programmazione regionale del 1998 in relazione alla riduzione dei rifiuti in servizio pubblico, al riuso, al riciclaggio, al recupero di materia ed in particolare alla chiusura dei cicli.
Nel 2003, con le politiche di riduzione della produzione di rifiuti previste dalla Legge Regionale 25 del 1998, avremmo dovuto avere in Toscana circa 1,7 milioni di tonn/anno di rifiuti urbani, con una raccolta differenziata che avrebbe dovuto superare i valori minimi previsti dal Decreto Ronchi (35%), per attestarsi sul “valore guida” regionale del 50%. Oggi, a fine 2004, si producono invece 2,5 milioni di tonn/anno di rifiuti in servizio pubblico, con una raccolta differenziata ancora inferiore ai minimi del Decreto Ronchi e concentrata sugli imballaggi, ossia su materiali dotati di finanziamenti per impedirne l’entrata tra i rifiuti.
Il Patto continua a prevedere una elevata “assimilazione” e rafforza il travaso di rifiuti industriali e commerciali nel contenitore pubblico dei rifiuti urbani, ignora gli esempi e le esperienze alternative italiane ed europee, caratterizzate da bassa assimilazione e da alta raccolta differenziata. Tanto meno si prefigge l’obiettivo strategico “rifiuti zero”. Il patto prevede nel lungo periodo una raccolta differenziata simile per qualità a quella attuale e con percentuali non superiori al 40%, in modo da rendere necessaria e far accettare ai cittadini una chiusura del ciclo basata sull’incenerimento. Da qui al 2007 si prevede di triplicare le capacità regionali di incenerimento, con un investimento di 500 milioni di Euro, ossia i due terzi del totale degli investimenti nel sistema regionale dei rifiuti !!
Noi proponiamo che siano perseguite prospettive diverse ed alternative, basate su reali incentivi alla riduzione dei rifiuti e sul potenziamento delle raccolte differenziate. Occorre modificare la propensione, presente nella bozza del patto, a privilegiare le logiche economiche delle aziende, che puntano su scorciatoie impiantistiche basate principalmente sulla termovalorizzazione. Auspichiamo che la Regione trasformi il Patto, ristretto agli enti locali ed agli attori economici, in un vero e proprio “Piano strategico”, con un percorso democratico che veda la partecipazione attiva nei momenti decisionali da parte delle associazioni, dei movimenti e di tutte le persone interessate, come previsto dalla Convenzione di Aarhus, che impegna l’Italia, la Regione Toscana e gli enti locali.
La Regione apra un confronto reale sul futuro dei rifiuti in Toscana, per realizzare soluzioni condivise nel rispetto prioritario ed irrinunciabile dell’ambiente e della salute. Si dia inizio ad una nuova fase che, utilizzando gli esempi virtuosi di altre comunità si ponga l’obiettivo-guida dei “rifiuti zero” al 2020, obiettivo possibile, economicamente vantaggioso per i cittadini, utile per l’ambiente e la salute, necessario sotto il profilo etico per stabilire un nuovo rapporto equo e solidale con il sud del mondo.
Condizione essenziale perché si possa aprire questo confronto e questo percorso partecipato, è una moratoria degli impianti di incenerimento in Toscana, che permetta di valutare e realizzare concrete soluzioni alternative. Abbiamo a nostra disposizione le esperienze innovative presenti nel mondo, abbiamo le spinte ideali provenienti da un grande movimento popolare contro gli inceneritori in Italia che pone esigenze concrete di cambiamento. La Regione Toscana applichi lo spirito di San Rossore anche nella gestione dei rifiuti: la capacità di progettare il futuro costruendo risposte concrete, e al tempo stesso democratiche e cariche di tensione ideale.

Firenze, 11 ottobre 2004

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