Nuovi Municipi

Newsletter settimanale della Rete del Nuovo Municipio

n. 183, 9 Luglio 2010

www.nuovomunicipio.org

 

 

SILENZIO

Come espressione di solidarietà alla protesta indetta per oggi, 9 Luglio 2010, da tutti gli operatori del mondo della comunicazione in Italia, avviliti e preoccupati per l'inammissibile deriva antidemocratica che il trattamento legislativo dell'informazione nel nostro Paese prenderebbe con l'approvazione del disegno di legge governativo sulle intercettazioni, meglio noto come "legge bavaglio", le nostre consuete narrazioni lasciano oggi il posto alla citazione integrale del comunicato che la Federazione Nazionale della Stampa ha emesso il 7 Luglio per spiegare le motivazioni dell'agitazione; alla cui segnalazione vogliamo associare quella della trasmissione Radio3 Mondo di questa mattina, che ha ben raccontato lo scandalo con cui l'imminenza di un simile provvedimento viene vissuta e giudicata in altri Paesi nei quali, forse, la democrazia corre rischi meno capitali. Si tratta in entrambi i casi di dichiarazioni senza mezzi termini, che esprimono bene l'apprensione, da noi condivisa, per il lento ma inesorabile perfezionarsi di un disegno autoritario senza precedenti nella storia repubblicana, il quale presenta corrispondenze lampanti con atteggiamenti politici e culturali che credevamo e speravamo superati da tempo, minacciando direttamente la sussistenza di uno snodo fondamentale della vita democratica: se «l'informazione è un bene pubblico», il suo paventato azzeramento depriva tutti noi di un diritto fondamentale e inalienabile. Tacere in modo dimostrativo oggi ci sembra, quindi, l'unico modo plausibile per non dover tacere tutti i giorni da ora in avanti; buona lettura e buona riflessione.

 

 

Oggi 9 luglio è la giornata del silenzio
Sciopero dei giornalisti contro le norme del "ddl intercettazioni"

 

«I giornalisti italiani sono chiamati ad una forma di protesta straordinaria che si esprimerà in un "rumoroso" silenzio dell'informazione nella giornata di venerdì 9 luglio, contro le norme del "ddl intercettazioni" che limitano pesantemente il diritto dei cittadini a sapere come procedono le inchieste giudiziarie, infliggendo gravi interruzioni al libero circuito delle notizie.
Quanti lavorano nel settore della carta stampata si asterranno dalle prestazioni nella giornata di giovedì 8 luglio, per impedire l'uscita dei giornali nella giornata di venerdì. Tutti gli altri, giornalisti dell'emittenza nazionale e locale, pubblica e privata, delle agenzie di stampa, del web, dei new media e degli uffici stampa non lavoreranno nella giornata di venerdì. Free lance, collaboratori e corrispondenti si asterranno dal lavoro secondo le modalità previste per la testata presso la quale prestano la loro opera. I giornalisti dei periodici, infine, si asterranno dal lavoro venerdì 9, ma assicurando, già da ora, la pubblicazione sui numeri in lavorazione delle proprie testate di comunicati sulle motivazioni della giornata del silenzio.

Lo sciopero è una protesta straordinaria e insieme la testimonianza di una professione, quella giornalistica, che vuole essere libera per offrire ai cittadini informazione leale e la più completa possibile. Una protesta che si trasforma in un "silenzio" di un giorno per evidenziare i tanti silenzi quotidiani che il "ddl intercettazioni" imporrebbe se passasse con le norme all'esame della Camera, imposte sin qui dal Governo e dalla maggioranza parlamentare.

Molte notizie e informazioni di interesse pubblico sarebbero negate giorno dopo giorno fino a cambiare la percezione della realtà, poiché oscurata, "cancellata" per le norme di una legge sbagliata e illiberale che ne vieterebbe qualsiasi conoscenza.

I giornalisti, ma anche gli editori e migliaia di cittadini, da mesi denunciano le mostruosità giuridiche del "ddl intercettazioni". Sono state anche avanzate proposte serie per rendere ancora più severa e responsabile l'informazione nel rispetto della verità dei fatti e dei diritti delle persone: udienza filtro per stralciare dagli atti conoscibili le parti relative a persone estranee e soprattutto alla dignità dei loro beni più cari protetti dalla privacy; giurì per la lealtà dell'informazione che si pronunci in tempi brevi su eventuali errori o abusi in materia di riservatezza delle persone; tempi limitati del segreto giudiziario; accessibilità alle fonti dell'informazione contro ogni dossieraggio pilotato.

Nessuna risposta di merito. Lo sciopero, con la giornata del silenzio, è espressione di indignazione, di partecipazione, di richiamo responsabile a principi e valori che debbono valere in ogni stagione. Lo sciopero è un momento della protesta e dell'azione incessante che proseguirà, fino al ricorso della Corte europea di Strasburgo per i diritti dell'uomo, qualora la legge fosse approvata così com'è. Lo sciopero è anche segnalazione di un allarme per una ferita che si aggiungerebbe ad un sistema informativo che patisce già situazioni di oggettiva difficoltà e precarietà non solo per la crisi economica, ma anche per una politica di soli tagli che rischiano di allargare bavagli oggi altrimenti invisibili. L'informazione è un bene pubblico, non è un privilegio dei giornalisti, né una proprietà dei padroni dei giornali e delle televisioni, né una disponibilità dei Governi. E per i giornalisti non è uno sciopero tradizionale contro le aziende, ma un atto di partecipazione e di sacrifico della risorsa professionale per la difesa di un bene prezioso, dei cittadini, proclamato con un silenzio che vuol parlare a tutti».

 

 

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