Bolkestein. In 40mila a Strasburgo contro la Direttiva
''L'Europa ha bisogno di servizi di qualità che rispondano alle esigenze dei cittadini''. Con questa richiesta si è aperta la manifestazione indetta dal CES, la Confederazione Europea dei Sindacati, contro la direttiva Bolkestein, a Strasburgo.
I manifestanti, circa 40 mila persone, sono arrivati da tutti i paesi dell'Unione per contestare la direttiva sulla libertà di circolazione dei servizi in Europa.
''Un mercato interno dei servizi? - chiede il CES nelle sue borchure informative - Sì, ma solo se implica una concorrenza leale e regole del gioco eque per le imprese e condizioni di lavoro giuste''.
Nel mirino della Confederazione il famigerato articolo 16 del testo, sulle condizioni di stabilimento all'estero di un'impresa di servizi.
Giovedì mattina l'Europarlamento votera' infatti il testo della socialista Evelyne Gebhardt, che modifica in gran parte quello della Commissione europea, ma sul quale ancora i gruppi non si sono del tutto accordati.
Il corteo dei manifestanti è partito da piazza Fauburg de Pierre alle 13 per snodarsi per le vie del centro di Strasburgo, con una pausa a Boulevard de Dresde, luogo in cui i sindacati hanno tenuto un comizio. Alle 18, riunione dei sindacati con i deputati europei. Tra gli italiani presenti al corteo, Fausto Bertinotti e tutti i rappresentanti di PRC all'Europarlamento, da Roberto Musacchio e Giusto Catania a Luisa Morgantini.
Nonostante il maxi compromesso tra PPE e PSE, raggiunto la settimana scorsa, ancora non è chiaro l'orientamento dei voti, soprattutto per quel che riguarda il campo d'applicazione dell'articolo 16, le eccezioni alla libertà di esportazione dei servizi, e la sostituzione del principio del paese d'origine con altre regole chiare sul diritto del lavoro.
Una parte del gruppo PPE, soprattutto i paesi dell'Est, è evidentemente poco soddisfatta del testo del compromesso, che concederebbe troppo ai socialisti.
Il PPE si è riunito in serata per decidere come votare il testo. ''E' chiaro che molti colleghi sono preoccupati - si legge in una mail inviata al gruppo dal firmatario dell'intesa con il PPE, il popolare Michael Harbour - circa il potenziale impatto dell'estensione dell'articolo 16 paragrafo 3, e certamente non sosterranno il compromesso nel suo insieme''.