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* Pisa, 20 Gennaio 2012
Democrazia e cambiamenti sociali: il ruolo del volontariato e del terzo settore

Se c'è una cosa che la crisi ci insegna, è che i comportamenti di tipo competitivo alla lunga non pagano, e che la sola salvezza può venire da azioni solidali e finalizzate alla costruzione di valore condiviso. Ma questi sono i principi del volontariato, che quindi può fungere da volano di un
cambiamento di paradigma urgente quanto inevitabile.

* Lucca, 24 e 25 Febbraio 2012
#spaziocomune - Costruire partecipazione nel tempo della vulnerabilità

Mentre economati e tesorerie tagliano i fondi agli esperimenti democratici, nuove forme di partecipazione emergono non a margine ma proprio contro la crisi, come ripensamento delle sue cause e pratica delle sue alternative: parlarne non è solo studiarle, ma cercare lo
spazio comune per l'esercizio di una democrazia finalmente radicale.

 
NEWS
In questa pagina sono pubblicate le notizie (recenti o meno) di maggiore rilievo per il "lavoro in corso" della Rete; quelle non più attive possono essere reperite consultando l'Archivio 2009-2010 o quelli relativi agli anni precedenti: 2008, 2007, 2006, 2005 e 2004.


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Pisa, dal 9 Settembre 2010
Aperte fino all'11 Ottobre le iscrizioni al Master universitario di II livello in Partecipazione
«Le azioni di governo del territorio e i processi decisionali sono operazioni complesse. Esse coinvolgono molti attori: dal settore pubblico a quello privato ai singoli cittadini. Tutti sono portatori di legittimi interessi che non sempre convergono. Possono nascere così conflitti determinati da una domanda crescente di sostenibilità ambientale e sociale degli interventi. L'introduzione di pratiche partecipative nei processi di pianificazione rappresenta un tentativo di risposta all'esigenza di coinvolgere i soggetti interessati, in ogni fase del processo di decisione.» Ma la valorizzazione di questo vero e proprio "capitale sociale" richiede l'uso di tecniche avanzate di sostegno e di facilitazione che non possono essere apprese solo mediante l'abituale "learning by working"; nasce perciò, in un contesto che - a partire dalla Toscana - vede sempre più affermarsi forme di istituzionalizzazione delle pratiche partecipative, un intervento formativo di alto profilo mirato a costruire professionalità idonee a gestire, invece che a subire la partecipazione: un Master di II livello, promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Pisa, il cui taglio metodologico coincide in molti punti con quello del Nuovo Municipio. Qui tutte le
informazioni, iscrizioni entro l'11 Ottobre presso master-partecipazione.dic.unipi.it.

28 Agosto 2010
E' Corchiano, nel Viterbese, il Comune a 5 stelle 2010
Il Premio nazionale "Comuni a 5 stelle", promosso anche nel 2010 dall'Associazione dei Comuni Virtuosi con il patrocionio della Rete del Nuovo Municipio, ha eletto vincitore assoluto il Comune di Corchiano, 4000 abitanti in provincia di Viterbo e (per citare Vittorio Gassman) "un grande avvenire dietro le spalle" in termini di autosostenibilità dello sviluppo, effettiva sovranità della comunità locale e condivisione autentica delle scelte di governo; un
articolo di Marco Boschini, che ospitiamo volentieri, ne racconta la storia in modo stringato ed efficace, rimarcando che la distanza siderale che le sue mostrano, rispetto alle usuali pratiche di governo locale, dipende più dalla nostra incapacità di percepire le alternative che dalla difficile praticabilità delle soluzioni adottate: «Corchiano», infatti, «non è sulla luna» ma dietro l'angolo. Come dietro l'angolo - in senso sia geografico sia di accessibilità delle loro scelte - sono anche le altre città vincitrici dei premi tematici, fra cui il Comune ascolano di Ripatransone membro da anni della Rete del Nuovo Municipio: il comunicato ufficiale di proclamazione disegna la mappa ideale di un'Italia molto diversa da quella che ogni giorno ci viene raccontata dalle cronache; e che è insospettabilmente vicina - nello spazio e nel tempo.

Firenze, 8 Giugno 2010
I Nuovi Municipi dall'Italia al Brasile
Il Brasile non è solo Porto Alegre: il disegno di una partecipazione allargata dei cittadini alle vita pubblica, nel segno di una sempre maggiore prossimità alle procedure di decisione, passa anche attraverso la configurazione federalista della intera Repubblica brasiliana, la quale riconosce pienamente ai Municipi lo status di organismi decisionali autonomi, e regola le interazioni fra i diversi livelli amministrativi secondo un principio di sussidiarietà tematica e di ambito. Il progetto "
Brasil Municipios" - cofinanziato dalla Unione Europea insieme ai Governi Federale e Municipali brasiliani, coi rappresentanti dei quali il Nuovo Municipio (nella persona del suo Responsabile comunicazione) si è incontrato a Firenze - punta oggi, attraverso l'attivazione di meccanismi consortili fra Municipialità, a riempire questa forma statuale "participation-oriented" con contenuti capaci di qualificarla fortemente in termini di autosostenibilità dello sviluppo, lotta alla povertà, all'esclusione e alle diseguaglianze, rilancio della primarietà della dimensione locale affacciata su reti cooperative globali. Certo, al di là della distanza fisica, ci sono differenze abissali fra le esperienze italiana e brasiliana, non ultima una ipocrita censura di etichetta che vieta, in Europa, di considerare la povertà un problema emergente; ma constatare tante analogie nell'approccio alla soluzione di problemi diversissimi - per entità e quadro di riferimento - non può che rafforzare la nostra convinzione che il Nuovo Municipio, pur nella sua natura intrinsecamente utopica, rappresenti decisamente qualcosa di più che una bella storia.

In tutta Italia, da Marzo 2010
Nuovi Municipi cercansi: al via il bando 2010 del premio "Comuni a 5 stelle"
"Può e deve esistere un legame molto forte tra i nuovi stili di vita cresciuti negli ultimi anni grazie all’impegno di centinaia di gruppi di acquisto, botteghe del commercio equo e solidale, banche del tempo, associazioni e comitati, produttori bio e agricoltori, singoli cittadini e cooperative sociali, e le scelte di governo del territorio promosse dall’Ente locale di prossimità. Il Comune inteso appunto come bene comune, da cui partire per promuovere, nei tanti territori disposti a mettersi in gioco, un nuovo modello di società basato su autoproduzione e dono, convivialità e solidarietà, sobrietà e buon senso. La quarta edizione del Premio vuole essere anche un’opportunità per contribuire alla creazione di una maggiore sensibilità da parte dei cittadini e di un maggiore incoraggiamento ad altri soggetti pubblici al tema delle 'buone pratiche', attraverso la valorizzazione e la promozione di casi esemplari di esperienze avviate." Pensiamo di non dover aggiungere altro, a questa eloquente presentazione dell'
edizione 2010 di un Premio - patrocinato dal Nuovo Municipio - che da quattro anni rappresenta un meraviglioso viaggio di scoperta nell'Italia migliore, quella che non si lascia spaventare dalle crisi e continua a cercare nell'innovazione autentica, nella decisione condivisa e nella programmazione consapevole le vie per tirarsene fuori.

In tutta l'Emilia-Romagna, a partire da Marzo 2010
Ambiente e sostenibilità: ora "puoi dire la tua"
Quanto contano temi come il consumo energetico, l’uso delle fonti rinnovabili, la gestione dell’acqua e dei rifiuti, o ancora le politiche e gli interventi in materia di mobilità e trasporti, nel più generale e complesso ambito della sostenibilità ambientale? Cosa potrebbero e dovrebbero fare istituzioni, cittadini, imprese e associazioni per ridurre l’impatto sui cambiamenti climatici e costruire un futuro più rispettoso del pianeta e dei territori? E come si possono valutare gli interventi già realizzati e quelli che saranno promossi in futuro per verificarne la reale efficacia? È a queste domande che la Regione Emilia-Romagna vuole provare a rispondere - confrontandosi con cittadini, esperti, professionisti, associazioni e rappresentanti della società civile - nel percorso di partecipazione che sarà presto promosso on line sul portale Io Partecipo. L’iniziativa, che rientra in un più ampio progetto che porterà la Regione a presenziare a Maggio alla Conferenza europea della città sostenibili in programma a Dunkerque, partirà con l'attivazione di un sondaggio volto a selezionare una tematica specifica alla quale dedicare una successiva fase di dialogo e confronto, centrata sulle osservazioni, le proposte e le idee dei cittadini. La consultazione, aperta a tutti gli iscritti al portale, verrà istruita grazie alla fornitura di una prima documentazione di riferimento sulle tematiche oggetto di discussione: un processo di (auto)formazione, dunque, oltre che di sensibilizzazione ed ascolto, che unisce partecipazione e sostenibilità in un nesso inscindibile in cui ciascuna rappresenta il mezzo ed il fine dell'altra.

Camigliano (CE), 16 Novembre 2009
E' Bra il vincitore assoluto del Premio nazionale "Comuni a cinque stelle" copromosso dai Comuni Virtuosi e dal Nuovo Municipio
1) L'attivazione di un processo di progettazione partecipata per il "coinvolgimento della popolazione e dei diversi attori sociali nella programmazione" integrata "del proprio territorio", dichiaratamente finalizzata al "miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita dei residenti". 2) Un progetto di riqualificazione energetica degli immobili di proprietà comunale che, in tre anni, evita l'immissione in atmosfera di oltre 20 tonnellate di anidride carbonica, diventando peraltro "strumento di comunicazione e marketing sociale in tema di ambiente ed ecologia". 3) Un programma di drastica riduzione della produzione di rifiuti all'origine e di razionalizzazione dello smaltimento, che passa attraverso la distribuzione gratuita di borse riutilizzabili in cotone, la raccolta differenziata e il riciclaggio diretto di tappi in polietilene, la creazione sul territorio di decine di "presidi del rifiuto" di carattere informativo-operativo. 4) L'implementazione (durata dieci anni) di un sistema integrato di mobilità locale sostenibile, coordinato e intermodale, puntato sui mezzi di trasporto collettivi, su quelli condivisi e sulla locomozione umana. 5) La promozione ragionata e operativa "della cittadinanza attiva, della partecipazione e del volontariato giovanile", come pure di tutte le azioni (istituzionali e sociali) volte a incentivare e sostenere la pratica della "filiera corta", come "nuovi stili di vita" in grado di favorire una riconversione ecologica complessiva dello sviluppo locale. Sono queste le "cinque stelle" che hanno indotto la giuria dell'omonimo Premio nazionale - quest'anno co-promosso dal Nuovo Municipio - a conferire il riconoscimento al Comune di Bra, 28.000 abitanti in provincia di Cuneo e una gloriosa tradizione di cura, cultura e coltura del patrimonio territoriale locale che rende giustizia al senso aggettivale della parola "Comune". La
documentazione sul premio e su tutti i premiati, ricca e dettagliata, è sul web dei Comuni Virtuosi: leggendola, si può forse costruire una geografia nazionale alternativa, in cui le pratiche buone sono più utili e durano di più di quelle cattive - e in cui i premi non servono a giubilare le esperienze, ma a promuoverle e a diffonderle.

Stop al consumo di territorio in Italia!
"L'Italia è un paese meraviglioso, ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio. Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio. Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all'anno: dal 1950 ad oggi, un'area grande quanto tutto il nord Italia è stata seppellita sotto il cemento." Di fronte a evidenze come queste, la mobilitazione non è solo un'opzione possibile, è un dovere civico: è quello che hanno pensato i promotori dell'appello che pubblichiamo nella nostra pagina dei comunicati, e fra i cui primi firmatari figura il Presidente della Rete Alberto Magnaghi. Si tratta non soltanto di proteggere il più esteso e il più fragile dei beni comuni dalle mire di chi vi vede soltanto il supporto indifferenziato e accidentale per attività di sfruttamento indiscriminato, ma di affermare la vacuità di un concetto e di una pratica dello "sviluppo" che tendono strutturalmente alla delocalizzazione e alla soppressione sistematica della coscienza di luogo e di comunità - ossia del terreno su cui si costruiscono le relazioni virtuose della solidarietà e della cooperazione fra i cittadini e le società. Se concordate con noi nel voler recuperare il senso non banale del territorio come "luogo comune" a tutte e a tutti, potete farlo presente anche sottoscrivendo l'appello dalla sua home page.

La partecipazione produce; e non solo cultura
E' di circa un anno fa la notizia che EdiLana - l'impresa sociale, nata nel contesto della
Banca del Tempo di Guspini, che produce materiali da filiera d'eccellenza locale per l'edilizia ecosostenibile, e che abbiamo segnalato su queste pagine fin dalla nascita - ha ottenuto il Premio "Innovazione amica dell'ambiente" bandito da Legambiente, Regione Lombardia, Università Bocconi e Politecnico di Milano - un set di promotori non certo facilmente inscrivibile nella pur complicata galassia altermondialista. Nello stesso momento, e sempre in Italia, un diverso tipo di banca batte monete solidali (in realtà buoni di valore puramente nominale detti SCEC) e le mette gratuitamente a disposizione dei cittadini come mezzo per acquistare e scambiare beni e servizi locali, prodotti e distribuiti lungo filiere corte, virtuose e tendenzialmente circolari che abbattono gli oneri finanziari dello scambio (che oggi gravano in media per il 40% sui prezzi finali, cfr. M. Kennedy 2008) e i costi - economici e di sostenibilità - legati all'egemonia globale di reti lunghe e sovraordinate (del resto, questo delle economie locali è un tema di cui il Nuovo Municipio si occupa fin dalla sua fondazione). Da alcuni mesi, infine, sono stati resi pubblici gli atti integrali del convegno di Paderno Dugnano - copromosso dalla Rete nel 2008 - nel quale, oltre che come innovazione sostanziale delle politiche locali, il Bilancio Partecipativo è emerso come un potente strumento di ottimizzazione gestionale e produttiva della governance locale nel suo complesso. Tre evidenze, fra moltissime oggi disponibili, che evidenziano come la nuova economia, che va crescendo nelle sacche dismesse da quella tradizionale, non soltanto sia del tutto indenne da "crisi" surrettiziamente presentate come ineluttabili, ma anche come possa rappresentarne un antidoto naturale e privo di effetti collaterali indesiderati - laddove moltiplica invece quelli desiderati, nei termini di un inveramento sostanziale della democrazia e della produzione di strutture di potere diffuse, condivise, eque ed efficienti. Tre piccole esperienze che dimostrano come la partecipazione e la cittadinanza attiva, oltre che a bloccare le aggressioni di vario genere all'integrità del patrimonio ambientale, sociale, culturale e alle identità dei luoghi, possa servire anche a produrre valore in positivo, in tutte le accezioni in cui questo si può dire; e, in ultima analisi, a produrre quel capitale sociale che, al momento, sembra davvero l'unica risposta plausibile alla marcescenza generalizzata del capitale finanziario.

Il TAR della Toscana: stop alla tutela di ambiente e territorio,
i cittadini non sono specie protetta

Ricordate la "variante Laika" di San Casciano in Val di Pesa? Si tratta del progetto - a nostro giudizio dissennato - di seppellire sotto 326000 metri cubi di cemento un pezzo di grande pregio del territorio toscano, progetto che vede concordi istituzioni locali e imprenditori, immobiliaristi e sindacati, tutti egualmente dimentichi del valore durevole e imprescindibile (anche in termini banalmente economici) del paesaggio, tutti alla disperata ricerca di "opere" i cui unici parametri di valutazione - paradossalmente in positivo - sono la dimensione e il costo. Dall'ormai lontano
Settembre 2006, ne abbiamo parlato a più riprese su queste pagine, su cui abbiamo anche pubblicato un appello il cui primo firmatario è il nostro Presidente e un dossier storico estremamente circostanziato sulla spinosa vicenda. Ebbene, il Tribunale Amministrativo della Toscana ha infine emesso una sentenza sul ricorso presentato, avverso la variante, dal pool di comitati e associazioni ambientaliste con cui si è schierata anche la Rete; nella quale non si è pronunciato a proposito di ben 5 sulle 7 contestazioni presentate, eccependo sulla legittimità dei proponenti "a poter porre questioni in merito a scelte urbanistiche che non tocchino direttamente aree o beni vincolati dalla legge come 'beni ambientali'". Si tratta di una disfatta gravissima non solo per la vicenda particolare, ma per tutta la nostra cultura: con questa eccezione, infatti, il TAR limita implicitamente la giurisdizione dei cittadini su ambiente e territorio a situazioni particolari quali i parchi, i monumenti e le zone protette, negando il risultato storico del lavoro pluridecennale di un movimento che - fino a prova contraria - rappresenta l'unico vero spunto di avanguardia in tutto il panorama politico e culturale del nostro Paese: applicando questo principio, dice il comunicato stampa appena diramato dai ricorrenti, si arriverebbe a non poter contestare un programma di edificazione selvaggia in area verde in quanto i cittadini che vi abitano "non sono specie protetta". A dire il vero questo, che cioè i cittadini non siano protetti da nessuno, in effetti lo avevamo capito da tempo; non cesseremo, però, di dolercene.

Abolizione dell'ICI: ecco chi paga il conto
Fin da quando se ne è sparsa la voce, molti amministratori italiani hanno posto alla Rete quesiti preoccupati sulla questione dell'abolizione dell'ICI. Gli interrogativi più pressanti riguardavano, naturalmente, le fonti alternative di approvvigionamento dei bilanci pubblici da attivare in compensazione del mancato introito derivante sia dall'abolizione del tributo, sia dall'introduzione del regime di parziale detassazione del lavoro straordinario: grazie all'eccellente lavoro dei nostri partners di Rassegna Sindacale, siamo in grado oggi di prospettare un quadro plausibile - seppure ancora approssimativo - dei tagli di spesa che si sono resi necessari. A questa terrificante "lista della spesa" vanno aggiunte le acute considerazioni dell'economista Gianfranco Viesti - pubblicate su "La Gazzetta del Mezzogiorno" già il 7 di Giugno - per cui la detassazione degli straordinari "favorisce ... i lavoratori maschi (con meno vincoli di orario/familiari) delle imprese più competitive (che hanno un'ampia domanda da soddisfare)", riducendo però "l'opportunità di ... nuove assunzioni", scoraggiando "l'occupazione femminile" e penalizzando "le aree, come il Sud, dove si trovano i disoccupati"; quanto all'operazione ICI, oltre a sopprimere "una fondamentale risorsa per i Comuni ... importante soprattutto nell'ottica del federalismo fiscale" (in contraddizione dunque con le priorità del programma di governo, per cui il tributo sembrava fatto su misura), essa chiaramente "elimina una tassazione progressiva ... e quindi favorisce proporzionalmente di più i contribuenti più ricchi". Ne esce l'immagine drammatica di una serie di decreti che - lo diciamo senza dietrologie o inopportuni tributi alla logica delle appartenenze e degli schieramenti - stanno perfezionando nel nostro Paese un'opera estesa, mirata e consapevole di smantellamento delle politiche pubbliche, e in particolare di quelle sociali. Niente male, per un Governo insediatosi da neanche due mesi.

La Rete sentita dal Consiglio d'Europa per la definizione di nuovi indicatori di benessere a livello locale
La Carta del Nuovo Municipio parla chiaro quando, alla voce "
Nuovi indicatori di benessere", afferma che "il nuovo municipio si impegna a proporre criteri di valutazione delle politiche e dei progetti ... ispirati alla semplificazione e all'innovazione culturale dei meccanismi di valutazione tecnocratici e tecnicistici", farraginosi quanto inefficaci: urge dunque - per evitare fraintendimenti spesso strumentali - lavorare per includere, nella valutazione del successo o dell'insuccesso complessivi di una società, considerazioni legate "al grado e alla forma della partecipazione sociale alle decisioni, ... alla qualità ambientale, urbana, territoriale, sociale, e al riconoscimento delle diversità e delle culture", alle "modalità di riconoscimento del patrimonio locale come base per la produzione di ricchezza durevole", alla "sostenibilità dell'impronta ecologica, ... al grado di autonomia del sistema territoriale locale" e all'estensione "di reti di relazione e di mutuo scambio fra società locali". Di questa urgenza, che figura fra le priorità della Rete fin da prima della sua costituzione formale, si è ora reso conto anche il Consiglio d'Europa che, in una lettera inviata alla nostra Segreteria, ha chiesto formalmente il supporto della Rete nel processo di ridefinizione degli indicatori di benessere a livello locale che ha avviato insieme all'OCSE e ad altri partners in Europa, Stati Uniti e Australia. Si tratta di un riconoscimento prestigioso, prima ancora che all'eccellenza del lavoro neomunicipalista, alla plausibilità dell'orizzonte di sviluppo alternativo che lo ha orientato e che, nelle pratiche minute o grandi di cui vi rendiamo conto in queste pagine, viene prefigurato - e ampiamente dimostrato - come possibile.

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